28 aprile Giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro. Cgil Cisl Uil: Una priorita’ per i lavoratori. Furlan: “Senza  sicurezza e salute non c’è rispetto per la dignità della persona”

28 aprile 2020. “Oggi ricordiamo nel mondo le vittime nei luoghi di lavoro. Un fenomeno grave di inciviltà. La sicurezza e la salute dei lavoratori rimangono per la Cisl una priorità per garantire la ripartenza del Paese. Senza  sicurezza e salute non c’è rispetto per la dignità della persona”. Così Annamaria Furlan, Segretaria generale della Cisl, sulla Giornata Mondiale per la salute e sicurezza del lavoro che ricorre oggi 28 aprile. 
Il problema della sicurezza del lavoro nel nostro paese era presente gia’ prima del Covid. Ogni anno registriamo migliaia di morti sul lavoro e tantissimi infortuni. Si muore nell’edilizia, nei trasporti, il tema della sicurezza del lavoro e’ una ferita aperta, gravissima nel nostro Paese”. E’ quello che ha poi dichiarato Furlan, intervistata da RaiNews24. “Quasi un bollettino di guerra ogni anno – ha aggiunto -. A tutto questo, oggi, sommiamo il tema del Covid e quindi come lavorare in sicurezza in un momento cosi’ particolare. Per questo ci siamo impegnati a fare protocolli per garantire a ogni lavoratore di non contrarre il virus durante il lavoro. Si aggiunge anche la sicurezza sui mezzi pubblici che si prendono per andare al lavoro”.
 “Abbiamo fatto questi protocolli con tutte le associazioni datoriali – ha proseguito la Furlan – in modo da garantire la sicurezza il massimo possibile al rientro al lavoro. La Fase 2 è una fase di riapertura con cautela. –tiene a sottolineare la Segretaria generale della Cisl- Dopo migliaia di morti credo si debba avere alcune cautele. Credo sia stato importante ripartire: ne aveva bisogno il Paese, ne avevano bisogno l’economia e soprattutto le persone. La riapertura coglie segnali migliori dal punto di vista epidemiologico ma che non ci fanno ancora dire che siamo fuori da questo immane problema. Le cautele sono condivisibili e doverose perché purtroppo ogni giorno, ancora ieri, si sono registrati nuovi contagi e nuovi decessi; quindi riaprire deve essere coniugato con riaprire in sicurezza. Abbiamo fatto passaggi importanti, ci vuole un grande senso dir responsabilità da parte di tutti perché lavorare in sicurezza è l’unico modo che ci garantisce di far ripartire il Paese ma non far ripartire il contagio.
“Sono migliaia e migliaia le aziende che hanno continuato a lavorare attraverso l’autocertificazione. E’ evidente che quando parliamo di un Paese che si è fermato completamente non è una cosa vera: si è fermato in parte, molte aziende hanno continuato a lavorare. Innanzitutto quelle per cui era indispensabile la loro attività, penso alle aziende farmaceutiche, a alle aziende alimentari. A queste si sono sommate le aziende che hanno presentato la loro istanza ai prefetti che le hanno accolte. L’importante però oggi è assolutamente lavorare in sicurezza, quindi credo che ogni azienda abbia avuto il tempo, e da qui ai primi di maggio c’è ancora qualche giorno, per mettersi in condizione di assoluta sicurezza, attraverso i materiali che devono fornire, quali mascherine, kit, dpi a tutti i lavoratori e lavoratrici, attraverso al sanificazione, attraverso anche un’organizzazione del lavoro e degli orari che aiuti in questo. Abbiamo fatto tanti protocolli aziendali, sicuramente nella maggioranza delle grandi imprese di ogni tipologia abbiamo fatto protocolli che aiuteranno rispetto a questo. Ma la sicurezza deve essere rispettata anche in quelle tante piccole, piccolissimi imprese che caratterizzano, tra l’altro con un contributo straordinario, l’economia del nostro paese. Per questo nell’ultimo accordo generale sulla sicurezza accanto ai comitati aziendali per la sicurezza abbiamo anche istituito insieme a tutte le parti datoriali, comitati territoriali, proprio perché nessun lavoratore deve essere lasciato solo. Aggiungo nemmeno nessuna impresa deve essere lasciata sola.”

“In occasione della giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro si ricordano le migliaia di decessi che ogni anno avvengono nei luoghi di lavoro, a causa delle condizioni di lavoro. “Il 28 aprile è una giornata che, come sindacato, abbiamo spesso dedicato alle vittime dell’amianto, -si legge in una nota di Cgil Cisl Uil a firma dei segretari Rossana Dettori, Angelo Colombini, Silvana Roseto–  ma quest’anno non possiamo non riflettere anche su quanto sta accadendo a causa della pandemia globale di COVID-19, che ha cambiato e forse continuerà a cambiare ancora per molto tempo, le nostre abitudini e i nostri usi. 

Per CGIL CISL e UIL, oltre che una giornata “in ricordo”, vorremmo fosse anche una giornata a sostegno di tutti quei lavoratori, medici in prima linea negli ospedali, infermieri, medici di base, parroci, carabinieri, giornalisti, farmacisti, personale delle forze dell’ordine, vigili del fuoco, vigili urbani, polizia penitenziaria, operai, impiegati, cassieri, addetti alle pulizie, badanti, autotrasportatori, che pur essendo tra i più esposti e colpiti da questa pandemia hanno continuato a lavorare affrontando difficoltà immense per la mancanza di DPI adeguati, di piani di prevenzione, di procedure di sicurezza idonee.
L’infezione da Covid-19 registra oltre 3 milioni di casi e oltre duecentomila decessi nel mondo (dati European Centre for Desease Prevention and Control al 27/4/2020). Sono dati che devono farci riflettere: è mancato a livello globale un sistema di prevenzione e protezione dei cittadini e dei lavoratori. Se da una parte, il periodo di emergenza sanitaria ha richiesto l’adozione di azioni fortemente contenitive, tra cui la sospensione temporanea di numerose attività produttive, dall’altra le “attività essenziali” per la nostra quotidianità e per la nostra salvaguardia sono rimaste aperte esponendo i lavoratori interessati.
Nella ripresa che tutti ci auspichiamo rapida e meno difficile dell’oggi, bisognerà fare tesoro e valorizzare l’apporto di tutti coloro che hanno permesso la reale tenuta, coesione e unità del paese, e ricominciare a considerare come merita il ruolo delle persone che permettono alle imprese e alle amministrazioni pubbliche di funzionare, creare ricchezza e mettere i servizi a disposizione dei cittadini: vogliamo ribadire ancora una volta, come abbiamo fatto fino ad oggi nel tempo dell’emergenza, che il primo dei valori del lavoro e la condizione imprescindibile per cui esso possa dispiegare a pieno le sue potenzialità è la salute e la sicurezza -e quindi la prevenzione- come diritto di tutte e tutti. In questa fase di transitoria convivenza con il rischio di contagio che ci porterà ad una diversa ordinarietà è importante che il protocollo chiaro e dettagliato, siglato d’intesa con le imprese e assunto dal Governo il 24 aprile 2020, venga declinato e soprattutto monitorato in ogni singola realtà produttiva.
Ribadiamo che la salute dei lavoratori e delle lavoratrici rimane, per CGIL, CISL e UIL un’assoluta priorità. Tutelare la salute dei lavoratori vuol dire tutelare il lavoro”. 

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Fonte: cisl.it