Roma, 27 maggio 2020- “In questa seconda fase il Governo deve prioritariamente sostenere politiche e interventi per dare uno slancio effettivo alla ripartenza delle attività produttive; altrimenti si rischia una nuova e pericolosa recessione, se non un vero e proprio tracollo economico e sociale del Paese”. E’ quanto dichiarano in una nota unitaria i segretari confederali di Cgil Cisl Uil, Giuseppe Massafra, Andrea Cuccello, Tiziana Bocchi.
“Occorre non perdere ulteriore tempo: le risorse finanziarie ci sono, e pure ingenti, per centinaia di miliardi di euro, provenienti dai Fondi europei e dalle scorse Leggi di Bilancio, da impiegare nei settori che più si prestano ad essere da traino nel campo delle opere pubbliche e dei servizi. In particolare nel campo delle opere pubbliche bisogna metterle a disposizione il più velocemente possibile, cantierizzando i lavori sia a livello nazionale per le grandi opere strategiche, come le infrastrutture stradali e ferroviarie, i porti e gli aeroporti, sia in modo capillare sui territori per quanto riguarda le opere minori, coinvolgendo gli enti locali: dalla manutenzione del territorio, al recupero urbano, all’edilizia pubblica. Chiediamo perciò che il Governo nel prossimo decreto individui procedure e strumenti per realizzare quei miglioramenti del Codice che in particolare nella fase iniziale delle autorizzazioni allungano i tempi di indizione delle gare e di aggiudicazione.Una strategia di sburocratizzazione e di velocizzazione da perseguire salvaguardando in modo imprescindibile un principio: la gestione corretta degli appalti in un contesto di trasparenza e di legalità, senza inseguire le sirene della deregolamentazione e del “liberi tutti”, di chi vorrebbe utilizzare l’emergenza per dare un colpo mortale al Codice degli appalti pubblici. Strade già percorse e fallimentari, che hanno prodotto sprechi ingentissimi di risorse pubbliche e che hanno alimentato corruzione e mafie, determinando conseguenze devastanti sul piano delle tutele e della salvaguardia dei diritti dei lavoratori.Il Codice si può migliorare, di certo non sospendere! L’emergenza sanitaria che il Paese sta affrontando non può essere la giustificazione per un ritorno alla liberalizzazione del subappalto, agli affidamenti senza gara, alla cancellazione delle clausole sociali, al dumping contrattuale, agli affidamenti al massimo ribasso.
Il Codice va invece applicato per tutelare la qualità del Lavoro che è l’unica e vera garanzia della qualità dei servizi erogati e delle opere realizzate: c’è bisogno di ridurre e qualificare le stazioni appaltanti anche attraverso un piano mirato di assunzione e investimenti per garantire l’interoperalità delle banche dati, di definire norme che riducano i contenziosi, di estendere e rendere più cogenti le clausole sociali, di garantire l’applicazione dei corretti Contratti Nazionali, di bandire avvisi pubblici che non puntino solo al massimo ribasso dei costi.
In questo quadro il Codice degli Appalti già consente, in casi di emergenza, di intervenire con forme semplificate ed i Commissari vanno utilizzati esclusivamente per opere complesse con notevoli contenziosi o con problemi di coordinamento istituzionale, modificando profondamente l’articolo 4 dello sblocca cantieri, a tutela dei lavoratori, della legalità e delle imprese sane.È centrale infine il potenziamento di una programmazione sinergica da parte delle istituzioni pubbliche, che svolga anche un monitoraggio sistematico di quanto viene attuato o meno e delle relative tempistiche; una programmazione che sappia ridurre i cosiddetti tempi di attraversamento della fase pre-gara, prevedendo il principio del silenzio assenso, e semplificare l’approvazione dei Contratti di Programma eliminando la moltiplicazione dei passaggi tra i vari soggetti competenti. Last but non least, occorre uno straordinario piano di investimento per aumentare sensibilmente il numero dei tecnici con competenze specifiche che operano negli enti locali, ormai completamente svuotati di queste figure a causa dei tagli operati negli anni scorsi, una tra le cause principali del mancato avvio di progetti e attività nei territori.
Siamo contrari a forme di affidamento diretto dei lavori, attraverso il meccanismo della procedura negoziale che risulterebbe pericolosa”.
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Fonte: cisl.it