Monta la protesta ad ArcelorMittal: le sigle dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato 24 ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del Gruppo per martedì 9 giugno, in concomitanza con l’incontro tra le segreterie nazionali e il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.
Lo sciopero esprime una prima protesta contro il nuovo piano industriale dell’azienda che prevede oltre 3.000 esuberi su 10.700 occupati.
Le organizzazioni sindacali hanno spiegato in una nota di “ritenere inaccettabile il piano industriale presentato dall’azienda al governo il 5 giugno. Rivendicano con forza la piena occupazione, gli investimenti e il risanamento ambientale oggetto dell’accordo sindacale del 6 settembre 2018”.
“Ritengono ancor più grave che le decisioni dell’azienda si basino su un accordo tra la stessa ArcelorMittal e il Governo siglato nello scorso mese di marzo ma a tutt’oggi a noi sconosciuto”, hanno aggiunto le sigle metalmeccaniche.
Ma la settimana a venire potrebbe essere utile per capire che piega prenderà la vicenda ex Ilva, giunta a un ulteriore snodo cruciale. Tra domani e martedì sono infatti concentrati tre appuntamenti: lunedì a Taranto inizierà l’ispezione nel siderurgico dei commissari di Ilva in amministrazione straordinaria (la proprietà) e si terrà inoltre un consiglio di fabbrica straordinario.
Martedì mattina, invece, Patuanelli ha convocato in video conferenza tutti i sindacati e i commissari Ilva per fare un punto dopo che venerdì sera ArcelorMittal ha recapitato al Governo il nuovo piano industriale 2020-2025. Piano che verte sulla dichiarazione di 3.200 esuberi nel gruppo, tra i siti di Taranto, Genova e Novi Ligure.
Ieri Patuanelli ha parlato di accordi violati, affermando che “il piano che ArceorMittal ha presentato non riflette le volontà del governo per Taranto e non rispecchia l’accordo del 4 marzo”. Il ministro ha anche annunciato che il governo sta lavorando a un piano nazionale per l’acciaio.
Anche il presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz al Giornale radio Rai, ha sottolineato la centralità dell’acciaio per il nostro Paese. “Non voglio entrare nel merito del piano industriale di ArcelorMittal ma, come presidente di Federmeccanica, posso ribadire la centralità della produzione di acciaio in Italia quale pilastro per filiere importantissime per il nostro Paese”.
Sull’ipotesi di intervento pubblico nell’ex Ilva, Dal Poz ha detto che “una soluzione privata sarebbe da preferire perché mossa da logiche di mercato ma, se l’alternativa fosse lo spegnimento di impianti che avrebbero dei danni irreversibili, allora tutte le opzioni devono essere valutate”.
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Fonte: agi.it