Cassa integrazione, in arrivo decreto per chiudere il “buco”: “Chi ha finito le settimane di ammortizzatore potrà averne altre 4 subito”

Il governo si muove per chiudere il “buco” nella copertura della copertura della cassa integrazione che si aprirà nei prossimi giorni. A 20 giorni dai primi allarmi sul rischio che a breve molte aziende finiscano le settimane di ammortizzatore previste dai decreti anti Covid e non possano chiederne altre fino a settembre, i ministri Nunzia Catalfo e Roberto Gualtieri annunciano un intervento ad hoc. Dopo che anche questa mattina i sindacati avevano chiesto di dare continuità agli strumenti di supporto al reddito fino a fine anno per accompagnare la ripresa.

Il ministero del Lavoro e il Mef, si legge in una nota, “stanno redigendo un decreto legge, che sarà all’ordine del giorno di un prossimo Consiglio dei ministri, che permetterà alle aziende che hanno esaurito le 14 settimane di cassa integrazione previste dai decreti finora approvati dal Governo di anticipare le ulteriori 4 settimane previste“. Il problema infatti era che la stragrande maggioranza delle aziende, che ha iniziato la cassa a marzo, ha finito le prime nove settimane già a maggio. A quel punto ne ha chieste altre cinque, che ormai sono agli sgoccioli. E senza interventi sarebbe rimasta a secco, perché il decreto Rilancio prevede che per la nuova domanda si debba attendere settembre. E nel frattempo i licenziamenti sono bloccati fino al 17 agosto.

“In questo modo accompagniamo la ripartenza delle imprese più colpite dall’emergenza epidemiologica tutelando i loro dipendenti“, affermano i ministri. I segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil con delega al mercato del lavoro, Tania Scacchetti, Luigi Sbarra e Ivana Veronese, in una lettera indirizzata alla Catalfo e al presidente dell’Inps Pasquale Tridico, avevano sottolineato che “le misure messe in campo dal Governo con i decreti Cura Italia e Rilancio “si stanno rilevando “insufficienti“. Dunque è necessaria “una piena copertura degli ammortizzatori sociali almeno fino alla fine dell’anno”. Per questo “vanno reperite al più presto le risorse necessarie”. Che probabilmente arriveranno da ulteriore deficit, visto che i soldi del fondo europeo Sure per il quale l’Italia ha fatto richiesta arriveranno non prima di luglio.

“È necessario, prima di tutto, conoscere con certezza lo stato reale delle liquidazioni dei pagamenti dei trattamenti ‘Covid”, scrivevano i segretari, “ma soprattutto è necessario dare una accelerazione effettiva alle erogazioni dei trattamenti che consenta ai troppi lavoratori ancora in attesa di vedersi accreditati gli importi in tempi brevissimi. Infatti la difficile situazione economica che sta investendo tutti i nostri settori produttivi e dei servizi continuerà ancora per molti mesi e, senza adeguati strumenti di sostegno al reddito, l’emergenza sanitaria rischia di trasformarsi in una vera e propria emergenza sociale”.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it