Mascherine, come smaltirle? Proposta M5s: cassonetti ad hoc, materiale unico per favorire riciclo, sanzioni per chi sgarra

Un emendamento per cercare di risolvere il problema della montagna di mascherine che rischiamo di ritrovarci quando l’emergenza Covid-19 sarà finita. La proposta di modifica al dl Rilancio è stata presentata dalla deputata del Movimento 5 Stelle, Ilaria Fontana e si basa su tre punti cardine: la raccolta dei dispositivi di protezione attraverso dei cassonetti ad hoc posizionati davanti a luoghi strategici, linee guida per incentivare l’utilizzo di mascherine monomateriale, lavabili e riciclabili e sanzioni certe per chi le getta al suolo o in mare. L’emendamento chiede dunque al ministero dell’Ambiente, sentiti l’Istituto superiore di Sanità e l’Ispra, di adottare idonee linee guida contenenti specifiche misure volte a definire le modalità di recupero dei materiali delle mascherine, i criteri di raccolta presso le abitazioni e le forme di conferimento, anche attraverso misure di incentivazione a favore dei cittadini. “Indossare una mascherina non deve voler dire inquinare i nostri mari e le nostre città. La genesi dell’emendamento nasce proprio da qui: i miliardi di mascherine utilizzate per la nostra salute non devono diventare veicolo, l’ennesimo, di depauperamento del nostro ambiente” spiega a ilfattoquotidiano.it la deputata, che già è intervenuta a più riprese sul tema della gestione dei dispositivi di protezione e che ha ricordato come, secondo le stime, entro la fine dell’anno “avremo consumato ben 8 miliardi di mascherine che, utilizzate il tempo necessario, verranno gettate via nell’indifferenziato urbano, o peggio, chissà dove”.

LA RACCOLTA – La prima proposta, dunque, è quella di organizzare punti di raccolta capillari, posizionati fuori dai centri commerciali o dalle farmacie, simili a quelli utilizzati per i rifiuti speciali come materiali sanitari o pile. Si potrebbero così raccogliere non solo mascherine, ma anche altri dispositivi di protezione. A tal fine, nell’emendamento, si chiede l’istituzione di un fondo ad hoc presso il ministero dell’Ambiente, per promuovere la prevenzione, il riuso e il riciclo dei dispositivi di protezione individuale utilizzati a seguito dell’emergenza determinata dalla diffusione del Covid.

IL RIUSO DEI MATERIALI – Ed è proprio questo il secondo punto. Perché per ridurre il più possibile il numero di mascherine che rischiano di essere gettate è necessario provare a incentivare l’uso di quei dispositivi realizzati con un unico materiale. “Oltre ad occuparsi della raccolta di mascherine e guanti monouso – spiega la deputata – le linee guida dovranno dettare le condizioni per un auspicabile riciclo e riutilizzo dei kit di protezione utilizzando prodotti di monomateriale o materiali facilmente separabili tra loro”. Mascherine lavabili e, anche dopo diversi utilizzi, riciclabili. “Abbiamo puntato anche a prevedere, in un’ottica di economia circolare – continua – una filiera per la produzione di mascherine e dpi sostenibili”. Un aspetto importante su cui punta l’emendamento è quello legato agli appalti: “In tal senso, l’emendamento interviene affinché negli appalti pubblici della Pubblica Amministrazione sia obbligatorio osservare criteri ambientali minimi sulle mascherine che saranno orientati a privilegiare forniture di kit riutilizzabili e lavabili”.

CONTROLLI E SANZIONI – L’ultimo (ma non meno importante) aspetto riguarda invece le sanzioni “adeguate e certe” verso chi violerà le misure che si vorranno adottare, gettando questo dispositivi in strada, così come già è avvenuto e continua ad avvenire in queste settimane di fase 2 o in mare. “Parliamo di interventi importanti per la tutela dell’ambiente – spiega Ilaria Fontana – per questo ci batteremo perché entrino subito in vigore”.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it