AGI – Industria al collasso e mercato del lavoro in grave difficoltà: l’Italia viaggia verso un autunno “caldo”. La produzione metalmeccanica ad aprile su febbraio è dimezzata e un’azienda su tre pensa di tagliare i posti di lavoro nei prossimi sei mesi. I dati dell’ultima indagine congiunturale di Federmeccanica non lasciano spazio all’ottimismo. E l’associazione degli industriali metalmeccanici non manca di sferzare il governo chiedendo “una risposta forte e concreta”: occorre agire “senza indugi per garantire la sopravvivenza”.
Ad attaccare il governo e a chiedere “concretezza” sono anche i sindacati metalmeccanici, che sono scesi in piazza a Roma e hanno promesso battaglia contro qualsiasi ipotesi di licenziamento, fino allo sciopero. Avvertono che si prospetta il rischio che arrivi l’autunno “piu’ terribile della storia”. Ma i sindacati non risparmiano critiche anche agli industriali: chiedono di rinnovare i contratti nazionali o “risponderemo per le rime”, avverte il segretario generale designato della Uil, Pierpaolo Bombardieri.
Complessivamente i volumi di produzione metalmeccanica realizzati nel mese di aprile risultano più che dimezzati (-54,6%) rispetto a febbraio. Si tratta di un risultato peggiore delle dinamiche produttive dell’intero comparto industriale, diminuite nello stesso periodo del 42,1%, e di gran lunga sfavorevole nel confronto con le fasi recessive del 2008-2009 e del 2011 innescate, rispettivamente, dai mutui subprime e dalla crisi dei debiti sovrani dei paesi dell’Eurozona.
La fase recessiva del comparto metalmeccanico, avverte Federmeccanica, “dovrebbe protrarsi anche nel corso del secondo trimestre” e il “34% delle imprese ritiene di dover ridimensionare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli attuali livelli occupazionali”. Afferma il direttore generale della federazione industriale, Stefano Franchi. “In questo momento gli imprenditori vivono nell’incertezza, non sapendo quello che potrà accadere domani. Occorre agire tempestivamente senza ulteriori indugi con misure concrete per alimentare la domanda e azioni efficaci per garantire liquidità. È una questione di sopravvivenza”.
I metalmeccanici sono scesi in piazza oggi, sottolinea la leader della Fiom Cgil, Francesca Re David “per riaccendere l’attenzione sulle vecchie e nuove crisi industriali del nostro Paese, tutte senza risposta. Per mettere insieme tutte le vertenze metalmeccaniche e chiedere al governo e al sistema delle imprese risposte concrete ai problemi dei lavoratori, il rilancio degli investimenti pubblici e privati, la salvaguardia dell’occupazione anche con la proroga del blocco dei licenziamenti”. Ma, aggiunge, “se non arriveranno risposte siamo pronti alle mobilitazioni e allo sciopero”.
Anche il segretario generale della Fim Marco Bentivogli, chiede “un cambio di passo perché non arriva la cassa integrazione ai lavoratori né la liquidità garantita dallo stato alle imprese. Questo è un corto circuito che rischia di portare a uno degli autunni più terribili della nostra storia”.
Rocco Palombella, segretario generale Uilm, sottolinea che “alla fine di questa emergenza e con l’alibi del Coronavirus rischiamo una catastrofe sociale ed occupazionale senza precedenti”. E chiede all’esecutivo “più concretezza, meno Stati Generali e più interventi diretti per salvaguardare e rilanciare il sistema industriale, scolastico, sociale ed economico. Solo con i sussidi il Paese non ripartira'”.
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Fonte: agi.it