Caro Ministro Di Maio, è il momento di dimostrare se l’Italia è dalla parte del futuro

di Monica Di Sisto

Caro Ministro Luigi Di Maio,

è il momento di dimostrare se l’Italia è dalla parte del futuro, quello dei suoi cittadini e del pianeta oppure no. Oggi, con il dossier Pianeta Svenduto e una lettera firmata da 265 organizzazioni europee e latinoamericane chiediamo ai nostri governi, e quindi anche a lei, di fare la cosa giusta.

Di mettere i diritti della terra, dell’Amazzonia, dei popoli indigeni che la proteggono, i nostri diritti alla salute e alla giustizia climatica, prima di vecchi interessi che hanno determinato la crisi ambientale e la pandemia che si sono abbattute su di noi. Con la Campagna #StopEuMercosur le chiediamo di fermare uno dei trattati di liberalizzazione commerciale più tossici mai negoziati dall’Ue: quello con Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay.

Abbiamo visto il suo Piano per l’export, negoziato – purtroppo – solo con la parte datoriale: fa tutto quello che può per sostenere le nostre imprese a continuare a operare. Ma non fermare questo trattato, per facilitare le esportazioni dell’automotive Eu, significa autorizzare l’agrobusiness argentino e brasiliano a invadere il mercato europeo con centinaia di migliaia di tonnellate di carne, soia, biocarburanti e altri prodotti agricoli, tra cui Ogm e prodotti trattati con pesticidi spesso vietati che porterebbero, al netto della soia, a un incremento di circa 8,7 milioni di tonnellate di gas climalteranti l’anno rispetto ai livelli di emissione pre-Covid.

Tutte produzioni ricavate in gran parte dalla deforestazione dell’Amazzonia, che con l’abbattimento di regole e controlli potranno entrare nei nostri mercati a prezzi così bassi, spesso contraffacendo le eccellenze nazionali, da colpire duramente il settore agricolo nazionale e continentale, come le hanno spiegato anche di recente le principali organizzazioni di settore, Coldiretti e Cia e i sindacati di settore come Flai Cgil.

Inoltre, nell’area amazzonica come nelle aree rurali del Brasile, gli attacchi alle persone che difendono i loro territori o le risorse naturali e gli agguati contro leader della comunità, contadini e attivisti sono in aumento.

In una fase in cui proteggere la nostra sicurezza alimentare si dimostra dirimente, l’ammorbidimento di controlli e ispezioni è una delle leve introdotte per facilitare gli scambi. Eppure il manzo refrigerato e il pollame dal Brasile si sono classificati, per i casi di Escherichia Coli-Shigatoxin, nella top ten dei cibi più pericolosi del 2018 secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Rassf. E ancora, in Brasile dall’inizio dell’anno sono stati approvati ulteriori 211 pesticidi molti dei quali sono vietati in Europa e nei controlli.

Infine, la Commissione Europea ha ignorato il suo obbligo legale di garantire che l’accordo commerciale con i Paesi del Mercosur non porterà a violazioni sociali, economiche, degrado ambientale e violazioni dei diritti umani, e per questo è stata oggetto di un ricorso da parte di 5 organizzazioni europee attualmente all’attenzione dell’Ombusman Ue.

Come chiesto anche dai giovani dei Fridays for future insieme alla campagna Ritorno al futuro e a larga parte della società civile italiana, le chiediamo di sostenere una moratoria e un ripensamento degli accordi commerciali in essere e in fase negoziale.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it