Banqueting e Catering. Un avviso comune delle parti sociali sul grave stato di crisi del settore. Guarini (Fisascat Cisl): “Necessarie misure a lungo termine che accompagnino il comparto verso l’auspicata ripresa a pieno regime delle attività”

Roma, 10 luglio 2020 – Un intervento normativo che riconosca lo stato di crisi del settore del banqueting e del catering che alimenta un giro di affari annuo pari a circa 2 miliardi e 200 milioni di euro di fatturato ed è parte fondamentale del sistema turistico italiano, con oltre 2.200 imprenditori che operano su tutto il territorio nazionale e circa 100mila addetti di cui 13.500 con contratto a tempo determinato. E’ la richiesta congiunta rivolta al Governo contenuta in Avviso Comune condiviso dalle parti sociali della contrattazione nazionale di settore, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs e l’associazione imprenditoriale Fipe Confcommercio.
Le parti sollecitano la proroga in continuità del Fondo di Integrazione Salariale fino al 31 dicembre 2020 per il sostegno al reddito dei lavoratori, con rifinanziamento delle misure, con semplificazione delle procedure e con tempi di erogazione certi e rapidi. E ancora interventi economici e fiscali, anche in riferimento al cuneo fiscale, volti a supportare la continuità dell’attività imprenditoriale, quale strategia fondamentale per consentire la conservazione del tessuto aziendale esistente e fattore determinante per mantenere nel tempo, anche dopo la fase emergenziale, l’occupazione.
«L’intero settore turistico italiano ha subito e sta subendo i drammatici riflessi economici della grave situazione causata dalla pandemia da Covid-19 con perdite stimate di fatturato dell’80% anche considerata l’impossibilità di prevedere una ripresa certa delle attività in tempi rapidi» ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Fabrizio Ferrari sottolineando anche «le pesanti ripercussioni su tutta la filiera di migliaia di piccole e medie aziende dell’indotto generato dal comparto turistico che quest’anno subiranno gravi perdite a causa della pandemia».
«Tutto questo rischia di compromettere la tenuta delle attività di impresa e dei livelli occupazionali, con le immaginabili conseguenze in termini di costo sociale, di perdita delle professionalità faticosamente costruite e di ulteriore calo dei consumi» ha aggiunto il segretario generale della categoria cislina Davide Guarini. «I provvedimenti del Governo fin qui adottati – ha concluso – rischiano di rivelarsi insufficienti. Sono necessarie misure a lungo termine che accompagnino il settore verso l’auspicata ripresa a pieno regime delle attività».

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Fonte: cisl.it