CNHI investe sul piano industriale, ma per garantire l’occupazione il Governo garantisca ammortizzatori

All’incontro in teleconferenza con il Ministero dello Sviluppo economico e con la partecipazione del Ministero del Lavoro nonché delle Regioni interessate, CNH Industrial ha confermato in sostanza gli impegni presi nel piano industriale ratificato al Mise il 10 marzo 2020. CNHI per Brescia e Lecce ha ritirato le riserve comunicate nella riunione precedente, anche se i tempi di realizzazione a Brescia saranno rallentati di un anno secondo quanto rappresentato oggi dall’azienda.

CNHI ha valutato che sullo stabilimento Iveco di Brescia, deve far ricorso al contratto di solidarietà, prevedendo un utilizzo per 30 mesi. È necessario un intervento normativo che renda questo strumento aderente alla situazione di mercato mutata con emergenza Covid

Esprimiamo preoccupazione per la dilatazione dei tempi poiché è fondamentale, per gestire l’impatto sull’occupazione, il rispetto dei tempi dell’accordo del 10 marzo scorso e su questo occorre un maggiore impegno da parte aziendale. Gli strumenti di investimento messi in campo nel decreto rilancio possono essere utilizzati in questo senso.

Il Ministero del Lavoro ha dato una mera disponibilità a valutare una modifica del contratto di solidarietà nell’ambito della più complessiva attesa riforma degli ammortizzatori sociali, ma senza fornire nessuna risposta impegnativa. Più attento si è invece mostrato il Ministero dello Sviluppo economico assumendosi l’impegno a seguire la vertenza e a coinvolgere, al prossimo incontro di settembre, tutti i soggetti che dovranno pronunciarsi sulla normativa del contratto di solidarietà.

A Brescia il processo di elettrificazione richiederà l’inserimento di nuove professionalità, oltre che rilevanti azioni di formazione per il personale in forza utilizzando gli incentivi previsti dalla normativa regionale e nazionale.

Per quanto invece riguarda Lecce tuttavia i cali di volume, determinati dalla contrazione di mercato, potrebbero richiedere in futuro l’apertura di un contratto di solidarietà.

Il sindacato ritiene un passo importante il fatto che CNH Industrial abbia sciolto le riserve e confermato gli impegni assunti che dovranno trovare compimento nei singoli stabilimenti.

Il sindacato ha chiesto che i prossimi incontri siano svolti in presenza e che oltre al Mise ci sia la diretta partecipazione della Ministra del Lavoro.

Si chiede al Governo di intervenire sul contratto di solidarietà, così da consentire in questo caso come in numerosi altri di scongiurare gli esuberi e di preservare l’occupazione. Occorre però, a partire dal prossimo incontro, che tutti facciano la propria parte e che si entri nel merito delle tempistiche dell’accordo.

La Direzione di CNH Industrial ha presentato anche un aggiornamento della situazione di Pregnana, dove prosegue l’attuazione degli strumenti pattuiti col sindacato a partire dalla individuazione di un nuovo investitore, ed è necessario che le istituzioni nazionali e regionali con il sindacato e l’impresa individuino gli strumenti necessari agli investimenti per tutelare tutta l’occupazione insieme al piano di trasferimenti volontari e incentivati in altri siti del gruppo, nonché di San Mauro e di Foggia in cui le azioni proseguono come programmato.

L’accordo di marzo, gli scioperi e le manifestazioni indette in tutti gli stabilimenti dei giorni scorsi e il confronto continuo con l’Azienda hanno permesso la ripresa proficua del tavolo al mise. Siamo consapevoli che restano da affrontare problematiche rese particolarmente difficili dal periodo di emergenza che stiamo attraversando, ma siamo anche fiduciosi che la conferma degli investimenti possa costituire la premessa per la tutela dell’occupazione.

Il confronto in corso sul piano industriale e occupazionale di CNHi è un banco di prova per tutti a partire dalle politiche del governo per uscire dalla crisi attraverso l’innovazione negli investimenti, ammortizzatori sociali e formazione per garantire la transizione. Per questo motivo chiediamo la partecipazione al prossimo incontro di settembre dei Ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico.

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Roma, 29 luglio 2020

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Fonte: fiom-cgil.it