la Repubblica – Nuova Cig a pagamento: le conseguenze per imprese e lavoratori

Si aggiungono nuovi particolari a quella che sarà la nuova Cig Covid19 di ulteriori 18 settimane (che si aggiungono alle prime 18 già esaurite) che sarà rifinanziata con il decreto di agosto. A dare spazio all’argomento è il quotidiano la Repubblica in Edicola oggi, che a proposito dell’idea, ormai certa, del Governo di mettere in piedi una Cig selettiva anticipa quale sarà il meccanismo di accesso:

“chi è in perdita la chiede e ne beneficia normalmente, che invece ha il fatturato che va bene contribuisce proporzionalmente dal 9 al 15 per centro alle spese dell’ammortizzatore sociale”.

Dunque una volta terminate le prime 18 settimane di cig previste dal DL Cura Italia e dal DL Rilancio le aziende che vorranno far ancora ricorso all’ammortizzatore sociale Covid19 dovranno pagarselo. Sulla base delle informazioni finora disponibili è plausibile immaginare che il 9% a titolo di contributo addizionale sarà pagato da coloro che hanno avuto una riduzione di fatturato più significativa, oltre il 20%, mentre il 15% sarà dovuto da quelle aziende che hanno avuto una riduzione di fatturato ridotta, fino al 20%.

Si tratta evidentemente di qualcosa in più di una semplice ipotesi considerato che proprio ieri il Ministro dell’Economia Roberto Gualteri ha anticipato che con la nuova Cig prevista dal decreto agosto si chiederà un contributo alle imprese sulla base dei dati della fatturazione elettronica (leggi qui la news di TuttoLavoro24.it).

Cosa cambia invece per i lavoratori? Apparentemente nulla poiché l’indennità che gli spetterebbe come Cig o come assegno ordinario sarà la stessa. Tuttavia, essendo inseriti in un meccanismo che avrà la finalità di scoraggiare il ricorso alla Cig, rischiano col tempo di essere estromessi dal circuito di tutele – da non dimenticare che oggi vige anche il divieto di licenziamenti in scadenza al 17 agosto – per poi entrare, tornando a lavoro, in un’«area» in cui si è più sensibili alle incertezze di un mercato ormai condizionato dall’emergenza epidemiologica.