La lenta risalita della curva dei contagi da Covid19 spinge a interrogarsi su quali potranno essere nelle prossime settimane le soluzioni per la gestione dei momenti più critici. Non solo nelle scuole ma anche negli altri luoghi di lavoro.
A dare spazio al tema è il quotidiano la Repubblica in Edicola oggi, che raccoglie i pareri di diversi scienziati tra cui quello del Professor Enrico Bucci, docente di Biologia alla Temple University di Philadelphia, anche lui attento osservatore della dinamica dei contagi nel nostro Paese:
“«Assistiamo allo stesso disastro nella politica sanitaria che è andato in scena a Milano durante la prima ondata: purtroppo nulla è cambiato», dice Bucci. «Per esempio i tamponi rapidi, con risultati entro 48 ore, stentano a decollare. E così si finisce per avere una sola arma efficace: il lockdown. Ma il lockdown è la resa, l’equivalente del lazzaretto dove rinchiudere i malati di peste perché non si sa come curarli»”.
Dunque a distanza di mesi dal primo lockdown il sistema sanitario non sembra essere pronto con le misure di prevenzione per evitare le chiusure drastiche. I tamponi restano un miraggio e quindi la soluzione più probabile continuerà ad essere il lockdown, con tutte le conseguenza che ha sul piano economico e sociale.