Pensato per sostenere economicamente le famiglie più povere in questo periodo di crisi, il Reddito di Emergenza è stato percepito da una platea più bassa di quella che era nelle aspettative del Governo.
Secondo gli ultimi dati dell’Inps a fine luglio erano state fatte quasi 600mila richieste. Di queste più di 267mila – meno del 50% – sono andate a buon fine e dunque le famiglie hanno potuto ottenere gli assegni. Mentre ben 288mila, un dato superiore ai beneficiari, hanno visto la propria domanda respinta: si tratta del 48 per cento del totale. Il restante 7 per cento invece sta attendendo la valutazione da parte dell’Inps.
Ma di chi si tratta?
Considerato che secondo l’Inps quasi la metà delle domande è stata fatta da cittadini del Sud e delle Isole, e solo un terzo provengono dal Nord Italia e circa il 20 dal Centro, è di tutta evidenza che buona parte di coloro che sono in attesa del REM sono meridionali.
Per quale motivo i numeri delle domande accolte sono così bassi?
Secondo Massimo Baldini, economista dell’Università di Modena ed esperto delle politiche di welfare, deve essere “soprattutto il requisito dell’Isee (che deve essere inferiore a 15mila euro, ndr) a mettere in difficoltà le famiglie più povere, che quindi in molti casi non hanno mandato la richiesta o l’hanno inviata sbagliata». Secondo Baldini l’alternativa c’era, ed era «richiedere solo l’autocertificazione di non percepire reddito. L’Inps si sarebbe potuta occupare poi di fare verifiche a posteriori e punire gli eventuali truffatori».
Fonte: SkyTg24