La Ue propone un prestito di 27,4 miliardi all’Italia per finanziare cig e bonus: è la quota più alta. Gualtieri: “Risparmio di 5,5 miliardi”

“Oggi la Commissione Ue propone il primo pacchetto di 81 miliardi per Sure, il sostegno ai meccanismi tipo cassa integrazione. Destinatari 15 Paesi, 27 miliardi per l’Italia. L’Europa per il lavoro”. Così il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, ha annunciato via twitter la proposta dell’esecutivo europeo sulla ripartizione dei prestiti a valere sul nuovo schema di riassicurazione per la disoccupazione. Un intervento mirato ad aiutare gli Stati membri che devono affrontare aumenti temporanei e improvvisi della spesa pubblica per finanziare misure di sostegno a chi si è visto ridurre l’orario di lavoro e ai freelance che hanno registrato un calo dell’attività. Ora occorre solo il via libera del Consiglio Ue. I fondi saranno prestati con una scadenza minima di 15 anni e a tassi particolarmente favorevoli, tanto che secondo il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, Roma risparmierà 5,5 miliardi rispetto al costo che avrebbe sostenuto prendendo a prestito quei soldi sul mercato. Tuttavia la prima tranche di quel prestito arriverà tra un anno e mezzo.

“È l’Europa della solidarietà e del lavoro che prende forma”, ha commentato il titolare del Tesoro. Mentre il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, parla di “un’altra conquista. Un altro passo in avanti. L’impegno europeista paga e cambia le cose. Avevamo ragione noi: chi piccona e distrugge l’Europa sbaglia”. Come è noto, Zingaretti è da sempre favorevole anche all’utilizzo della nuova linea di credito pandemica del fondo salva Stati Mes.

L’Italia, che a valere sul Sure aveva chiesto 28,4 miliardi, in base alla proposta della Commissione ne riceverebbe 27,4: si tratta di gran lunga della quota più corposa. Al secondo posto c’è la Spagna, con 21,3 miliardi, seguita dalla Polonia con 11,2 miliardi e dal Belgio con 7,8. Una “classifica” che dipende ovviamente dalla portata dell’impatto del virus e delle misure di contenimento sulle economie dei diversi Stati membri, con relative conseguenze sul fabbisogno di finanziamento degli schemi nazionali di sostegno a chi si è visto ridurre l’orario di lavoro. Nel caso dell’Italia la cig ma anche – come specifica il documento della Commissione – il bonus 600 euro, le indennità per i lavoratori domestici, i voucher baby sitter, i permessi aggiuntivi per chi assiste un familiare disabile e i finanziamenti a fondo perduto per imprese e autonomi gestiti dall’Agenzia delle Entrate.

I Paesi che hanno fatto richiesta sono per ora 15: oltre a Italia, Spagna, Polonia e Belgio i prestiti andranno a Romania (4 miliardi), Grecia (2,7 miliardi), Repubblica Ceca (2 miliardi), Slovenia (1,1 miliardi), Croazia (1 miliardo), Bulgaria (511 milioni), Cipro (479 milioni), Lettonia (192), Lituania (602), Malta (244), Slovacchia (631). Le domande di Portogallo e Ungheria sono ancora sub iudice, mentre big come Francia e Germania non hanno per ora presentato richiesta ma hanno ancora tempo per farlo. Va detto che la cifra totale che Bruxelles propone di ripartire è di 81,4 miliardi contro i 100 massimi ipotizzati in aprile. Si tratta del resto di risorse che la Commissione deve raccogliere sul mercato per finanziarsi, emettendo titoli garantiti dagli Stati membri.

Il titolare del Tesoro ha commentato con una nota in cui si legge che “la decisione di implementazione fa esplicito riferimento alle principali misure attuate dal Governo per sostenere il lavoro e l’occupazione: dalla Cassa integrazione per tutti i lavoratori dipendenti alle indennità per i lavoratori autonomi di vario tipo, i collaboratori sportivi, i lavoratori domestici e quelli intermittenti, dal fondo perduto per autonomi e imprese individuali al congedo parentale, dal voucher baby sitter alle misure per i disabili, dal credito di imposta sanificazione a quello ‘Adeguamento Covid’. È un apprezzamento alle politiche messe in campo in questi mesi dal Governo per la salvaguardia dei livelli occupazionali, che sono state ritenute importanti e degne di essere pienamente sostenute, e un riconoscimento della scelta che abbiamo fatto di varare misure molto ampie che sono pressoché integralmente finanziate”. Grazie a questo finanziamento, calcola il ministro, “il risparmio per le casse dello Stato nell’arco dei 15 anni di maturità può essere stimato in oltre 5 miliardi e mezzo di euro”.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it