“Si è svolto oggi pomeriggio il primo incontro al tavolo convocato dal Mise, tra le organizzazioni sindacali e il gruppo Betafence.
L’azienda ha esplicitato la volontà di chiudere le attività produttive dello stabilimento di Tortoreto, mantenendo esclusivamente in piedi le attività di logistica e dell’amministrazione commerciale.
Le organizzazioni sindacali e le Istituzioni hanno identificato come priorità il mantenimento della completa attività aziendale a partire da quella produttiva della Betafence Italia e della sua intera filiera garantendo la continuità industriale e occupazionale.
L’azienda ha precisato nell’incontro, senza fornire alcun dato specifico, la volontà della chiusura delle linee produttive adducendo motivazioni infondate circa la scarsa redditività degli impianti.
In questi anni i lavoratori dello stabilimento di Tortoreto hanno sempre raggiunto gli obiettivi aziendali, addirittura superando il 100%. Il raggiungimento dei target di produzione hanno garantito una corresponsione di quote economiche sostenibili all’interno degli accordi aziendali.
Pertanto sono necessari dati chiari e specifici per una reale trattativa, mentre appare evidente che la scelta aziendale risponderebbero a logiche esclusivamente finanziarie senza riferimenti specifici dal punto di vista industriale.
Dopo una lunga discussione che ha visto le posizioni distanti tra le parti, attraverso la mediazione e la sollecitazione della sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo economico, l’azienda ha preso l’impegno di fornire nel prossimo incontro, che sarà convocato a breve, tutti i dati che possano consentire un confronto nel merito volto a trovare una soluzione che garantisca la continuità produttiva e occupazionale.
I lavoratori della Betafence stanno difendendo il lavoro e l’industria nel nostro Paese. Al termine del successivo incontro Fim, Fiom, Uilm in base al confronto e alle risposte da parte dell’azienda valuteranno le iniziative da mettere in campo a difesa dello stabilimento Betafence Italia”.
Roma, 1 settembre 2020
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Fonte: fiom-cgil.it