Tra i candidati in Puglia indagati e imputati, trasformisti e dinosauri della politica: quasi in 1000 corrono per un seggio in Regione

C’è l’imputato nel processo Ambiente Svenduto che sta facendo luce sull’inquinamento provocato dall’Ilva di Taranto, l’ex assessore comunale che si scusò per i disastri finanziari della sua giunta, un drappello di indagati e condannati, la nuora dell’ex ministra An Adriana Poli Bortone che corre a supporto di Michele Emiliano, il vendoliano che si è scoperto sostenitore di Raffaele Fitto, sconfitto nel 2005 proprio dal fondatore di Sel. Ci sono i “figli di” e anche gli uomini che sono stati resi famosi dal loro ruolo su Covid-19 e Xylella, ora uno schierato a supporto del governatore e l’altro contro, dinosauri della politica e voltagabbana. Le liste di aspiranti consiglieri regionali pugliesi sono un minestrone di vecchio e nuovo, con alcune banderuole che seguono il vento della vittoria. Un fattore che accomuna principalmente le liste a sostegno di Raffaele Fitto, Michele Emiliano e del renziano Ivan Scalfarotto, tre dei 9 sfidanti per la poltrona insieme alla pentastellata Antonella Laricchia, ri-candidata governatrice.

Da sinistra a destra, inchieste e sequestri – Un variegato esercito di quasi mille persone, in cui si distingue un bel gruppo di candidati coinvolti in procedimenti giudiziari, eccellenti e non. Tra i ranghi di Emiliano, ad esempio, spicca il nome di Mauro Vizzino che poco dopo l’elezione alle regionali del 2015 con la lista Emiliano Sindaco di Puglia fu accusato di peculato ed è ancora sotto processo: per la procura di Brindisi, Vizzino, dipendente Asl in servizio al Cup, avrebbe intascato i soldi di finti rimborsi tra il 2009 e il 2012. A cinque anni di distanza, però, si ricandida. Allo slogan “Fitto presidente” si è unito anche l’ex senatore di Forza Italia Antonio Azzollini che a gennaio scorso è stato condannato a 1 anno e 3 mesi (pena sospesa) per il crac della Casa della Divina Provvidenza di Bisceglie. Una condanna giunta un mese dopo l’assoluzione dall’accusa per truffa nell’inchiesta per la costruzione del porto di Molfetta. Altrettanto rumorosa è stata la candidatura nelle fila del centrodestra di Napoleone Cera, foggiano figlio dell’ex parlamentare Udc Angelo: padre e figlio, furono arrestati – misura poi revocata – a ottobre 2019 con l’accusa di tentata concussione in un filone di un’inchiesta dei magistrati di Foggia Antonio Laronga e Marco Gambardella che coinvolge anche l’ex assessore regionale al Welfare, Salvatore Ruggeri, e il governatore uscente Emiliano.

“Figli di” e prescritti – E poi ci sono i tarantini Mario Cito, figlio dell’ex sindaco e parlamentare Giancarlo, candidato per Udc-Nuovo Psi, e Giovanni Ungaro che corre con la Lega di Matteo Salvini: i due, sono stati coinvolti in un’inchiesta che ha portato al sequestro di denaro per diversi consiglieri comunali ionici che insieme a società compiacenti avrebbero simulato l’esistenza di un contratto di lavoro oppure avrebbe fatto lievitare i propri stipendi per accedere ai rimborsi che la legge riconosce ai lavoratori dipendenti che vengono eletti nell’assise cittadina. Al leghista Ungaro furono sequestrati 37mila euro, a Cito invece furono sequestrati 19mila euro. Infine tra i candidati forzisti compare anche il nome di Giuseppe Margheriti, arrestato a luglio 2017 per una presunta bustarella da 110mila euro: a novembre scorso nei suoi confronti è giunta l’archiviazione per prescrizione.

L’ex assessore costretto alle dimissioni – Anche tra fila di Michele Emiliano non mancano i volti noti alle cronache. Anzi. C’è Michele Mazzarano, l’ex assessore della giunta Emiliano costretto alle dimissioni dopo la rivelazione di Striscia la notizia sull’assunzione di uno dei due figli di un imprenditore del tarantino in cambio di sostegno nella tornata 2015: la procura di Taranto lo ha accusato di corruzione elettorale, circostanza che non ha impedito al Partito democratico di ricandidarlo. Nelle liste del Pd pugliese, inoltre, c’è il nome di Anita Maurodinoia, ex vicepresidente del Consiglio provinciale di Bari e consigliera regionale uscente su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio: Maurodinoia, il marito Alessandro Cataldo e altri imputati, secondo il pm baresi avrebbero intascato mazzette tra il 2006 e il 2014 da alcuni imprenditori: generi alimentari, lavori di manutenzione a casa e anche denaro in cambio appalti.

E anche l’uomo accusato di aver favorito i Riva – Il terzo uomo del partito di Nicola Zingaretti è Filippo Caracciolo coinvolto in un’inchiesta per turbativa d’asta e costretto a dimettersi nel 2018 dall’incarico di assessore regionale all’Ambiente: la procura di Bari lo ha iscritto nel registro degli indagati insieme e ad altre otto persone e le accuse a vario titolo sono di concorso in turbativa d’asta, corruzione e falso. E per chiudere il poker i dem hanno scelto ancora Donato Pentassuglia, tarantino coinvolto nel maxi-processo Ambiente svenduto per favoreggiamento a Girolamo Archinà, l’ex potentissimo dirigente delle relazioni istituzionali Ilva accusato di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, omissione di cautela sui luoghi di lavoro e avvelenamento di sostanze alimentari oltre che di corruzione in atti giudiziari.

L’ex vendoliano ora fittiano e il renzian-leghista – Non sono coinvolti in procedimenti giudiziari, ma hanno invece fatto molto discutere i numerosi candidati che hanno cambiato casacca alla ricerca di un posto al sole. Salti talvolta imbarazzanti, come quello di Angela Carluccio, ex sindaca di Brindisi all’epoca dell’elezione schierata contro Emiliano per dare “Brindisi ai brindisini” e oggi invece sua sostenitrice nella seconda corsa alla poltrona più importante di Puglia. Oppure le singolari scelte di ben 4 candidati tarantini. In due dal centrodestra sono improvvisamente diventati seguaci di Matteo Renzi: si tratta di Antonella Scialpi, che da Forza Italia è transitata in Italia Viva, e Angelo Di Lena diventato renziano dopo essere stato militante della Lega. Dall’altra parte ci sono l’ematologo Patrizio Mazza, eletto nel 2010 nella maggioranza di Nichi Vendola e ora sostenitore Fitto, e l’ex assessore all’Agricoltura di Emiliano, Leo Di Gioia. E ancora Luigi Morgante che in Regione è candidato con Forza Italia, ma nel suo comune, a Manduria, ha costituito una serie di liste civiche per ostacolare l’elezione a sindaco del candidato di centrodestra Lorenzo Bullo. E sempre tarantino, infine, è l’ex magistrato Giuseppe Tommasino: il candidato fittiano fu sottoposto a un procedimento disciplinare dal Csm quando era in servizio per le sue dichiarazioni contro la collega Patrizia Todisco, il gip che sequestrò l’area a caldo dell’Ilva per le emissioni dannose della fabbrica.

Nuove star e vecchi dinosauri – Tra i candidati ci sono anche altri protagonisti di battaglie campali per la Puglia, gente di scienza che è andata oltre le critiche piovute dallo schieramento opposto per la decisione di correre. Dall’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, passato da capo della task force anti-Covid a sostenitore di Emiliano, fino a Giuseppe Silletti, commissario straordinario per la Xylella che sostiene Fitto. E se tutto questo non bastasse ci sono anche “dinosauri” della politica pugliese e nazionale, riportati in corsa da Fitto: come Euprepio Curto, ex parlamentare con un passato in An e Udc, sconfitto alle elezioni provinciali di Brindisi come candidato presidente e oggi accolto nelle liste di Forza Italia. E sempre tra i berluscones spunta il nome di Umberto Ingrosso: ex assessore comunale a Taranto nella giunta di centrodestra che portò il comune al dissesto finanziario, pubblicò nel 2006 un’intervento sulla stampa locale nella quale chiedeva scusa alla città e invitava i suoi colleghi amministratori ad assumersi le responsabilità di quel fallimento, economico e politico. A distanza di 14 anni torna sulla scena con uno slogan emblematico: “Il valore della coerenza”. Quella che rivendica, davvero, Adriana Poli Bortone, fuori dalla contesa elettorale e fiera sostenitrice della corsa a governatore di Pierfrancesco Bruni. Una dose doppia per la lady di ferro della destra meridionalista: ha annunciato che non voterà Raffaele Fitto, delfino ripudiato, e nemmeno la sua nuora Chiara Montefrancesco. La apprezza, certo, ma la moglie di suo figlio ha deciso di correre insieme ad Emiliano. E a sinistra, l’ex sindaca di Lecce e ministra dell’Agricoltura, non si sposterà mai.

L’articolo Tra i candidati in Puglia indagati e imputati, trasformisti e dinosauri della politica: quasi in 1000 corrono per un seggio in Regione proviene da Il Fatto Quotidiano.

Continua a leggere qui

Fonte: ilfattoquotidiano.it