E’ stato pubblicato nella G.U. del 15 settembre 2020 il decreto legislativo n. 122 del 2020, che modifica la disciplina in materia di distacco transnazionale di lavoratori nell’ambito di una prestazione di servizi.
La normativa introduce una serie di paletti e restrizioni per le aziende italiane che vogliano ricorrere al distacco transnazionale, chiamando a lavorare in Italia lavoratori forniti da agenzie di somministrazione straniere, in genere dell’Est Europa, che riconoscono ai lavoratori salari più bassi di quelli pratica in Italia.
PARITA’ SALARIALE E NEI DIRITTI
La nuova misura, coerentemente con le regole europee, prevede che ai lavoratori distaccati in Italia “si applicano, durante il periodo del distacco, se piu’ favorevoli, le medesime condizioni di lavoro e di occupazione previste in Italia da disposizioni normative e contratti collettivi”. Tale obbligo se da un lato intende tutelare i lavoratori stranieri riconoscendogli gli stessi diritti e la stessa retribuzione dei lavoratori italiani, dall’altra ha finalità di scoraggiare la pratica di rivolgersi alla manodopera straniera per la sola ragione che questa ha dei costi più bassi, a danno dei lavoratori e delle aziende italiane.
OBBLIGO DI INFORMAZIONE
La normativa inoltre dispone, l’obbligo per le aziende italiane presso cui sono distaccati i lavoratori, di informare l’agenzia di somministrazione distaccante estera delle condizioni di lavoro e di occupazione che trovano applicazione ai lavoratori distaccati. Per l’intera durata della prestazione di servizi e fino a due anni dalla sua cessazione l’impresa utilizzatrice e’ tenuta a conservare copia dell’informativa tradotta in lingua italiana e della relativa trasmissione per l’esibizione agli organi di vigilanza.
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