Con la circolare diffusa ieri l’Inps (n. 105) ha chiarito importanti aspetti dell’esonero contributivo. Inoltre il documento dell’Istituto ribadisce quello che già il Decreto agosto aveva stabilito con riguardo alle aziende che violino il divieto di licenziamento.
A sottolinearlo è Il Sole 24 Ore di oggi in edicola:
“Il mancato rispetto del divieto di licenziamento comporta per il datore il venire meno di una delle condizioni di legittimità per applicare l’aiuto (la decontribuzione, ndr) e la conseguente revoca dello stesso, con efficacia retroattiva e l’impossibilità di fare ricorso all’integrazione salariale”.
Dunque il datore di lavoro che dovesse far comunque ricorso al licenziamento, nonostante la presenza di una norma di divieto, perderebbe il diritto alla decontribuzione fino al termine del 2020 (per 4 mesi) e il diritto a far ricorso alla cassa integrazione. Tale restrizione si applica sulla totalità dei dipendenti dell’unità produttiva.