Dopo la sperimentazione di Quota 100, che termina a dicembre 2021, il Governo Conte intende mettere in campo una riforma delle pensioni che prevede step di flessibilità in uscita, al di sotto dell’età anagrafica ordinaria (67/70 anni).
Ad anticipare le linee direttrici della proposta che la Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo (in foto) intende presentare ai sindacati nell’incontro del 25 settempre è Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“per tutti gli altri lavoratori la soglia minima di uscita, sempre in chiave flessibile, salirebbe a 64 anni di età (e comunque a non meno di 63 anni) o almeno 37 (o 38) anni di contribuzione e con penalità legata al metodo di calcolo contributivo di una certa consistenza per ogni anno d’anticipo rispetto al limite di vecchiaia”.
Dunque, non solo la proposta sull’anticipo pensionistico per i lavori usuranti e gravosi (per approfondire clicca qui) ma anche una che riguarda la generalità dei lavoratori che ambisce alla pensione, i quali andrebbero in pensione anticipatamente (63 o 64 anni) con una penalità legata al metodo di calcolo contributivo che comporta una riduzione dell’indennità che il futuro pensionato andrebbe a percepire.