Aumento di stipendio a Tridico, Conte: “Non ne sapevo nulla, ora accertamenti”. Dall’opposizione richieste di dimissioni

Mentre l‘opposizione, dalla Lega a Forza Italia, ne chiede le dimissioni, il presidente Inps Pasquale Tridico finisce anche nel mirino della maggioranza. Il premier Giuseppe Conte spiega: “Non ero informato di questa vicenda”. E promette verifiche: “Ho chiesto accertamenti perché vorrei approfondire la questione”, dice il presidente del Consiglio al festival dell’Economia di Trento. “Permettetemi di comprenderla bene poi formulerò una valutazione più compiuta. Sono abituato a parlare seriamente: fatemi fare una verifica e alla fine parlerò”, aggiunge Conte a chi chiede dell’aumento di stipendio a Tridico.

Luigi Di Maio, che l’ha voluto alla guida dell’istituto previdenziale, si limita ad annunciare che “chiederà chiarimenti nelle prossime ore”, mentre Italia viva attacca a testa bassa chiamando in causa proprio il presidente del Consiglio. “Ci attendiamo spiegazioni da Conte e dalla ministra Catalfo“, scrive su Facebook la deputata Maria Chiara Gadda. Mentre la presidente della commissione Lavoro della Camera Debora Serracchiani (Pd), che in agosto aveva chiamato Tridico in audizione sulla vicenda dei 600 euro ai deputati, parla di “aspetti sconcertanti, se non altro per la tempistica e per un deficit di trasparenza. Certo il momento avrebbe suggerito di valutare e gestire questo provvedimento con una diversa e più avvertita sensibilità”.

“Inps, non ho parole. Invece di aumentarsi lo stipendio, prima paghi la cassa integrazione alle centinaia di migliaia di lavoratori che la aspettano da mesi, poi chieda scusa e si dimetta”, attacca già in mattinata Matteo Salvini, che da mesi prova a picconare la sedia di Tridico come numero uno dell’istituto di previdenza alla quale peraltro è approdato quando al governo c’era anche il Carroccio. Sulla stessa falsariga Fratelli d’Italia (“Aumento assurdo e insultante, è un premio Pd-5S”), mentre Forza Italia chiede un chiarimento del governo e rilancia: “E’ reddito di arroganza, chieda scusa e si dimetta”. “Con una interrogazione urgente al Presidente del Consiglio e al Ministro del lavoro ho chiesto che venga annullata la delibera che aumenta a dismisura i compensi”, annuncia il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. “Che lo stesso restituisca gli arretrati che vergognosamente pretende e che Tridico venga immediatamente rimosso dal vertice dell’Inps dove ha già creato gravi danni”.

Passano le ore e l’affaire scatena gli animi anche in maggioranza. “Mentre l’Inps continua a tassare i poveri pensionati il suo presidente si aumenta lo stipendio. Per quale motivo? Per aver ritardato il pagamento del bonus bebè o quello da 600 euro per le partite Iva?”, afferma Stefano Pedica del Pd. “Io non penso che ci sia nulla di scandaloso nel prevedere uno stipendio congruo per ruoli pubblici di altissima responsabilità che richiedono notevoli competenze e professionalità – riconosce Davide Faraone di Iv – Il rischio è che quei posti vengano ‘snobbati’ dai migliori manager e occupati solo da quelli mediocri e improvvisati che ad esempio, per dirne una, dopo mesi e mesi non riescono ancora a pagare la cassa integrazione a tutti i lavoratori. Ecco, scandaloso è mettere degli incompetenti nei ruoli chiave, semmai”.

“Anno 20XY. “Ti ricordi quando l’Italia si riempì di populisti? Quelli che urlavano slogan come ‘riduciamo gli stipendi alla casta e poi, zitti zitti, ci prendevano tutti quanti per il culo”. Rimane solo da capire che numeri ci mettiamo al posto di X e Y”, rincara su Twitter Luigi Marattin. Mentre la Gadda chiede conto dell’aumento a fronte della “fase delicata per il Paese” e sottolinea: “In questi due anni di mandato l’operato di Tridico ha tutt’altro che brillato, tra errori, ritardi, presenzialismo televisivo con finalità propagandistiche e le decine di migliaia di persone ancora oggi in attesa di ricevere la cassa integrazione di marzo. Solo per rimanere a questi giorni, basti ricordare il caso del bonus per i pescatori autonomi, deciso dal Parlamento con una norma nel dl Rilancio per poter aiutare questa categoria pesantemente colpita dall’emergenza coronavirus ma rimasta esclusa dai precedenti aiuti: sono passati due mesi dall’approvazione, ma l’Inps non ha ancora provveduto ad alcun pagamento. Perché questo ennesimo ritardo? Nell’interesse di tutti, e anche della credibilità del Parlamento che ha lavorato in questi mesi per rispondere all’emergenza, serve efficienza all’Inps e non aumenti di stipendio, che spero vengano smentiti”.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it