Conte: “Quota 100 progetto triennale, non la rinnoviamo. A inizio 2021 nuovo progetto per collegare il reddito all’offerta di lavoro”

L’uscita dal lavoro anticipata cara a Matteo Salvini, chiesta da meno di 48mila persone nei primi sei mesi del 2020, esce di scena. In attesa della modifica dei decreti Sicurezza, che approderà al “primo consiglio dei ministri utile”, anche quel capitolo dell’alleanza gialloverde l’anno prossimo è destinato a chiudersi. A confermarlo è il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, intervenendo al Festival dell’economia di Trento, spiega: “Quota 100 è un progetto triennale di riforma che veniva a supplire a un disagio sociale. Non è all’ordine del giorno il rinnovo”. Conte – che sul caso dello stipendio di Pasquale Tridico ha detto “non ero informato, parlerò dopo un approfondimento” – ha anche anticipato che nei primi presi del 2021 arriverà un progetto “sull’inserimento nel mondo del lavoro collegato al reddito di cittadinanza“, su cui “siamo assolutamente in ritardo. “Ho già avuto due incontri con i ministri competenti: dobbiamo completare quest’altro polo e dobbiamo riorganizzare anche una sorta di network per offrire un processo di formazione e riqualificazione ai lavoratori. Dobbiamo cercare di costruire un percorso coordinato”.

“Tra le riforme che ci aspettano possiamo anche lavorare su quella delle pensioni. Dobbiamo metterci attorno a un tavolo: ad esempio fare una lista dei lavori usuranti mi sembra la prospettiva migliore”, ha spiegato Conte. “Dobbiamo avere il coraggio di differenziare”. Andando oltre quota 100, dunque, che è stata un flop nei numeri e nelle ambizioni del leader leghista che con quella misura si sarebbero aperti molti più posti per i giovani rispetto a quelli lasciati liberi dai neopensionati.

Parlando del periodo di lockdown, il premier ha rivendicato l’importanza del reddito di cittadinanza voluto dal Movimento 5 Stelle. “Meno male che avevamo una misura di protezione sociale come il reddito di cittadinanza cui abbiamo aggiunto il reddito di emergenza”, ha sottolineato. “Certo si possono sempre migliorare in fase di attuazione. In due anni calare una misura così complessa in un tessuto sociale che presenta criticità strutturali non è affatto semplice”. Dunque il 2021 potrebbe essere l’anno buono per l’atteso “secondo pilastro” della misura anti povertà, l’inserimento dei beneficiari nel mondo del lavoro. Che sia attraverso la criticata Anpal e i suoi navigator o con strumenti nuovi. “Siamo ancora indietro. Ho avuto già due incontri con i ministri competenti perché dobbiamo completare questo altro polo. Nei primi mesi del 2021 potremo presentare anche questa forma di attuazione, per incrociarlo con l’offerta di lavoro”. In parallelo vanno “intensificati i controlli” e “il reddito non può essere l’unica misura, di qui anche il Family act” che dovrebbe andare incontro ai bisogni delle famiglie.

Inevitabile tornare anche sul tema del piano per l’utilizzo dei soldi del Recovery fund. Tito Boeri, patron del festival, ha lamentato che “si è già perso tempo” e “dovevamo mettere nella Pa nuove persone, fare i concorsi, portare nuova linfa vitale”. “Delle volte mi sembra di vivere una situazione dissociata in cui nella situazione internazionale viene apprezzato il nostro operato e in Italia abbiamo domande ‘quando cade il governo?’”, ha risposto Conte. “Dobbiamo essere un po’ più rispettosi e volerci bene come italiani. Non sono concorsi di bellezza. Non mi risulta che ci siano paesi più avanti di noi con il Recovery fund”. E soprattutto “è l’Ue che ci ha chiesto le linee guida e non i progetti. Non condivido dire che i lavori del comitato Colao, otto giorni di confronto con 122 parti sociali, organizzazioni e parti produttive, sono un’operazione di facciata: per me il confronto è fondamentale”. Il Recovery plan “non sarà composto certo dai seicento progetti pubblicati e la cui diffusione abbiamo già denunciato alla procura. Non possiamo consentirci progetti parcellizzati: aggregheremo i singoli progetti che saranno in numero molto più ridotto e forniranno una visione di Paese, in linea con le indicazioni Ue”. Per evitare di sprecare fondi europei “cambierà tutto: avremo una struttura normativa dedicata al Recovery plan, che ci consentirà di individuare soggetti ad hoc e un percorso che ci consentirà di monitorare l’attuazione. Aspettate a giudicare”.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it