Scuola. Gissi (Cisl): “La ministra Azzolina continua a descrivere una realtà che non esiste. Non serve un protagonismo in solitaria, si apra all’ascolto e al confronto”

Roma, 30 settembre 2020. “Legge solo il giornale delle sue opinioni; incrollabili, le puntella ogni giorno”. Riprendo dalle “Bolle di Sapone” di Camillo Sbarbaro un aforisma che descrive come meglio non si potrebbe l’atteggiamento assunto da tempo dalla ministra Azzolina, spesso intenta a descrivere una realtà inesistente, forse sperando che ciò sia sufficiente a renderla conforme alla propria immaginazione e ai propri desideri. Quando però è costretta ad affermare che i docenti saranno tutti al loro posto solo “fra pochi giorni” (e siamo a ottobre!), conferma il riproporsi di una brutta consuetudine al ritardo, purtroppo già sperimentata e ricorrente, ma che quest’anno non era proprio da ritenersi ammissibile. Del resto già in estate la ministra si era detta certa che le attività sarebbero partite dappertutto il 14 settembre, e che anzi dal 1° settembre le scuole sarebbero state in grado di accogliere gli alunni con le attività di recupero. Non pare sia andata così. Nessun problema con le 85.000 assunzioni in ruolo, tanto sbandierate ma di cui ne sono state fatte meno di 20.000. Nessun problema con le nuove graduatorie informatizzate, in realtà prodotte in ritardo e zeppe di errori; e si potrebbe continuare all’infinito. Suggerisco, a chi voglia rendersi conto di come stanno realmente le cose, di parlare con qualche dirigente scolastico, meglio ancora di visitare qualche scuola, di verificare quale orario si è in grado di gestire, o quanti siano ancora i posti per i quali si attende l’assunzione di un supplente; ancora, di leggere sul sito degli uffici periferici i calendari di nomina che vanno per lo più verso la prima decade di ottobre. Alla ministra chiedo invece, ancora una volta, di non restare arroccata su se stessa, ma di aprirsi all’ascolto e al confronto. Per il bene della scuola, che non ha bisogno di protagonismi “in solitaria”, di cui ha già troppo sofferto, mentre deve poter contare su un ampio e condiviso sostegno da parte dell’intera comunità professionale e sociale.

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Fonte: cisl.it