Servizi CAF «gratuiti fino al 9 ottobre»: ecco cosa può accadere dopo

I Centri di Assistenza Fiscale rischiano di dover richiedere ai cittadini il pagamento dei propri servizi perchè mancano le risorse per arrivare alla fine dell’anno.

A gettare l’allarme attraverso il portate d’informazione giornalistica Collettiva.it è il Coordinatore della Consulta Nazionale dei CAF Mauro Soldini: “ai ritmi attuali e stante la convenzione Inps in vigore esauriremo le risorse a disposizione il prossimo 9 ottobre, con tre mesi di anticipo. L’esaurimento dei fondi porterà i centri di assistenza fiscale a compiere una di queste tre scelte: non prestare più il servizio fino alla fine dell’anno; continuare a prestarlo gratuitamente, con grave danno per i propri bilanci; oppure cominciare a chiedere un contributo economico agli utenti”.

COME SI E’ ARRIVATI A QUESTA SITUAZIONE?

A mettere in crisi i CAF, nello specifico, la grandissima richiesta del bonus vacanze. Per ottenerlo la soglia Isee è stata fissata a 40 mila euro, un criterio che ha permesso a un milione e mezzo di nuclei familiari di fare domanda e con questi numeri no-standard le risorse per l’anno in corso sono andate esaurite prima del tempo.

DAL 10 AGOSTO I SERVIZI SARANNO A PAGAMENTO?

La Consulta dei CAF ha scritto alle Istituzioni competenti e mobilitato le forze politiche che siedono in Parlamento, con l’obiettivo di chiedere uno stanziamento specifico a loro favore già dalla legge di conversione del Decreto agosto in discussione in questi giorni: “sono stati presentati diversi emendamenti firmati da diverse forze politiche al fine di incrementare le dotazioni destinate ai CAF proprio per l’attività di compilazione propedeutica all’ottenimento dell’Isee, affinché si raggiunga una cifra tale da poter concludere l’anno in corso con la piena copertura finanziaria”.

Nel caso vengano messe in campo soluzioni concrete da parte del Parlamento, dal 10 ottobre non cambierà nulla per i cittadini, diversamente i servizi potrebbero essere a pagamento o addirittura sospesi.

Fonte: Collettiva.it