Metalmeccanici, si moltiplicano le mobilitazioni in tutta Italia dopo il no delle imprese agli aumenti. Il 5/11 lo sciopero generale

In attesa dello sciopero generale di metalmeccanici fissato per il prossimo 5 novembre, si moltiplicano le mobilitazioni spontanee e locali. La posizione sul rinnovo del contratto assunta dalla Federmeccanica di Confindustria, con un no a qualsiasi ipotesi di aumento che non sia legata all’inflazione perché i lavoratori hanno già avuto troppo in passato, ha acceso comprensibilmente gli animi. La Fiom segnala come l’elenco degli stabilimenti in sciopero continui ad allungarsi: “Dalla Lamborghini di Bologna alla Marcegaglia di Forlì e quella di Ravenna, alla Argo Tractors (ex Landini) di Reggio Emilia con i suoi 1.300 addetti, la Beretta di Brescia, l’Electrolux di Treviso, la Dana Graziano di Torino, la Komatsu di Padova, fino alla Kone di Roma, agli stabilimenti Whirlpool di Ancona e di Siena e la Flowserve di Caserta”. Sono alcune delle aziende “in cui le Rsu singolarmente o unitariamente hanno indetto lo stato di agitazione mettendo in campo scioperi fino a 8 ore, in aggiunta al blocco degli straordinari e della flessibilità”.

Tra i lavoratori che hanno annunciato lo stop agli straordinari ci sono anche quelli di Ansaldo Enregia, Fincantieri di Serti Ponente e Riva Trigoso. Molte le mobilitazioni nel torinese, area ad alta densità industriale. Si registrano scioperi in aziende metalmeccaniche tra cui Farid, Pieffeci, Kuene+Nagel, 2A di Borgaro, Sogefi sospensioni. In alcuni casi , come alla Fontana Sodecia, ad incrociare le braccia sono stati il 100% dei dipendenti. Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil di Arezzo hanno proclamato due ore di sciopero per lunedì 12 ottobre in tutte le aziende metalmeccaniche e di installazione impianti della provincia. I lavoratori coinvolti dal rinnovo contrattuale nella provincia di Arezzo sono circa 15mila. Il rinnovo del contratto collettivo dei metalmeccanici interessa 1,4 milioni di lavoratori. Ieri la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha detto di ritenere “importante non fermarsi rispetto al rinnovo dei contratti”. Catalfo ha sottolineato che negli ultimi decenni in Italia si è avuta una “stagnazione salariale” e ha ricordato l’intenzione del Governo di detassare gli aumenti salariali.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it