Ripartono le cartelle esattoriali, prorogata la cassa integrazione. La trattativa sulla manovra

AGI – Nessuna moratoria per le cartelle esattoriali, assegno unico da luglio 2021, conferma della decontribuzione al 30% per le imprese del Mezzogiorno, copertura strutturale del taglio del cuneo fiscale anche per i redditi tra 28mila e 40mila euro e nuovi sgravi per le assunzioni. Sono alcuni dei pilastri della legge di bilancio che dovrebbe arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri tra stanotte e domani per un primo sì salvo intese ma la maggioranza è ancora divisa. La trattativa prosegue a oltranza in queste ore – i partiti hanno presentato una lunga lista di richieste e ci sono ancora alcuni nodi da sciogliere – e molto dipenderà dall’esito del nuovo vertice a Palazzo Chigi.

Scontro sulla plastic e sugar tax

Italia viva continua a chiedere l’abolizione della plastic e della sugar tax e minaccia di fare muro se le contestate tasse saranno solo rinviate di qualche mese. “O si tolgono sugar e plastic tax o noi il Documento programmatico di bilancio (Dpb) non lo votiamo”, ha detto il presidente della Commissione Finanze della Camera e responsabile economico di Italia Viva, Luigi Marattin, entrando a palazzo Chigi.

Un compromesso sarebbe stato raggiunto sul fronte fiscale: resta confermata la ripresa dell’attività di riscossione e non sarebbe prevista quindi una nuova moratoria per le cartelle esattoriali ma solo un blocco per le ingiunzioni e per gli atti esecutivi. Dopo le sospensioni previste prima dal decreto Cura Italia, e prorogate dai successivi provvedimenti fino al 15 ottobre 2020, Iv e M5s chiedevano una proroga del blocco delle cartelle esattoriali fino a gennaio ma sulla moratoria non è stata trovata un’intesa.

Il nodo licenziamenti, la proroga della Cig

Resta inoltre il nodo dei licenziamenti. Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha ribadito che il blocco proseguirà per le aziende che useranno la cassa Covid ma il governo sarebbe diviso su questo. La maggioranza non ha ancora trovato la quadra e, al momento, il Consiglio dei ministri, di fatto, non è stato convocato. Quello che appare chiaro è che la manovra da 40 miliardi, 17 dei quali da reperire attraverso aiuti Ue, sarà ipotecata dall’emergenza, alla luce anche dell’impennata dei contagi e del timore di una recrudescenza dell’epidemia che potrebbe portare a nuove chiusure mirate. Sul tavolo del Cdm dovrebbe quindi approdare nelle prossime ore il Documento programmatico di bilancio che il governo avrebbe già dovuto far pervenire alla Commissione europea entro il 15 ottobre e una schema della legge di bilancio, mentre l’articolato delle misure, che dovrebbe essere inviato al Parlamento entro il 20 ottobre, sarà completato nei prossimi giorni.

Il governo intende inoltre affiancare alla manovra un decreto legge collegato per anticipare alcune misure anti-Covid più urgenti, come ad esempio la proroga della Cig Covid o le nuove regole per lo smart working nella pubblica amministrazione (oggi il ministro della Salute Roberto Speranza, nel corso del vertice con regioni, ha detto che si potrebbe arrivare al 70-75%). Il decreto, come annunciato dai ministri Gualtieri e Catalfo ai sindacati, prevede la proroga della cig Covid fino alla fine del 2020 per estendere la copertura a chi la dovesse esaurire a metà novembre.

Si dovrebbero poi finanziare in manovra altre 18 settimane, da utilizzare il prossimo anno, che potranno richiedere anche le imprese che finora non hanno usufruito degli ammortizzatori di emergenza. Un nuovo incontro con le organizzazioni sindacali è previsto per mercoledì. Un altro filone su cui si sta lavorando è il sostegno ai settori più colpiti con i cinque stelle che premono per un fondo ad hoc da destinare alle filiere che potrebbero subire chiusure e restrizioni. Tre miliardi serviranno a finanziare l’assegno unico per i figli che dovrebbe partire da luglio 2021 e a regime avrà una dote di 6 miliardi. 

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Fonte: agi.it