Stop a congressi e convegni. A stabilirlo è il Dpcm entrato in vigore oggi 19 ottobre. Ma qual è il motivo di questa chiusura? Sono collocabili tutti sullo stesso piano? Non c’è possibilità di evitare gli assembramenti?
La risposta, secca e polemica, la dà Federcongressi&eventi: “quando il governo non sa cosa fare di fronte al Covid-19 chiude le fiere e i congressi, causando un danno incalcolabile al sistema economico delle principali città italiane e a migliaia di imprese”.
“Bloccare le fiere e i congressi – prosegue la nota Federcongressi – significa spegnere l’economia del paese perché non potranno lavorare, non solo le imprese del settore, ma gli alberghi, i ristoranti, i taxi, gli allestitori, le società di catering, le cooperative di facchinaggio i service tecnici”. Dunque un danno che va ben oltre i gestori e organizzatori di questi eventi e coinvolge settori dell’intesa filiera.
Peraltro, fanno notare da Federcongressi, “si colpisce un settore in cui il distanziamento è semplice” e in cui “sono stati fatti ingenti investimenti dagli operatori per le misure di sicurezza come rilevatori agli ingressi di temperatura corporea, sistemi di igienizzazione degli spazi, percorsi guidati e conta persone per non creare assembramenti. Non ci sono stati focolai di contagio nelle fiere e nei congressi appena svolti. Chiudere adesso significa non poter neppure programmare l’attività del 2021 distruggendo un intero settore”.
Fonte: Travelquotidiano.it
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