Aiuti alle imprese, Conte: “Ristori arriveranno direttamente sul conto, la legge già martedì”. Esercenti: “Con Dpcm danno da 2,7 miliardi”

Le misure restrittive sono necessarie per frenare la curva dei contagi, ma ora servono subito anche i ristori. Lo dice il premier, lo dicono i partiti di governo, lo dicono le opposizioni, lo dicono le Regioni: bisogna fare presto con gli aiuti per le attività commerciali (e non solo) più colpite dal nuovo Dpcm anti-coronavirus. “Sono pronti gli indennizzi per tutte le persone penalizzate”, ha annunciato Giuseppe Conte in conferenza stampa da Palazzo Chigi, presentando il nuovo provvedimento. “I ristori arriveranno direttamente sul conto corrente dei diretti interessati con bonifico bancario dell’Agenzia delle Entrate”, ha spiegato il premier. Non è l’unica misura prevista: “Arriveranno nuovi contributi a fondo perduto. Ci sarà un credito d’imposta per gli affitti commerciali per i mesi di ottobre e novembre. Verrà cancellata la seconda rata Imu dovuta entro il 16 dicembre”. Conte ha ringraziato i ministri Gualtieri e Patuanelli per aver lavorato a un decreto sugli aiuti, su cui ora lo stesso Conte si metterà a lavoro. I ristori servono subito: a ribadire l’allarme sono ancora gli esercenti, secondo cui le misure “costeranno altri 2,7 miliardi di euro alle imprese della ristorazione“. “Se non accompagnate da contemporanee e proporzionate compensazioni di natura economica, sarebbero il colpo di grazia per i pubblici esercizi italiani, che già sono in una situazione di profonda crisi, con conseguenze economiche e sociali gravissime”, afferma la Fipe-Confcommercio, la Federazione dei Pubblici Esercizi. “I ristori devono essere immediati – ha detto il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio – E bisogna cercare di introdurre sempre di più norme generiche e non particolari”. Preme il Partito democratico, concordano anche M5s, Italia Viva e LeU. Il governo è già al lavoro sul decreto: “I nuovi indennizzi sono tutti aggiuntivi a quelli già in vigore e confidiamo di andare in Gazzetta Ufficiale già martedì”, ha promesso Conte, spiegando anche che “i conti della Nadef al momento direi che non vengono alterati. Se riusciremo a tenere la curva sotto controllo non vedo prospettive di fare nuovi scostamenti“.

La Fipe-Confcommercio chiede “indennizzi a fondo perduto, crediti d’imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d’azienda, nuove moratorie fiscali e creditizie, il prolungamento degli ammortizzatori sociali e altri provvedimento di sostegno a valere sulla tassazione locale“. Gli imprenditori del settore “non possono reggere ulteriormente una situazione che decreterebbe la condanna a morte per migliaia di imprese. È evidente che non si possono far ricadere le responsabilità del ritorno dell’epidemia sul nostro comparto: sono altri i fattori che hanno purtroppo causato una nuova emergenza”. “Chiediamo – conclude Fipe-Confcommercio – di poter continuare a lavorare per non morire e per questo servono, senza ritardo o inutili annunci, le misure promesse“. “Da dicembre non ce la farà più nessuno, la città sarà morta”, dice anche Paolo Peroli, socio di uno degli storici locali notturni di Milano e esponente del comitato territoriale esercenti. Quello che serve per tamponare, ha spiegato all’Ansa, è “almeno un 3% del fatturato del 2019″, una cifra che potrà servire a coprire in media tre mesi di affitto “per non dover regalare le attività agli speculatori” e poi un fondo per i lavoratori, un aiuto per le bollette.

La politica, dopo le proteste di Napoli, ha tastato le manifestazioni di disagio per le nuove restrizioni. E nella maggioranza si vuole dare subito un segnale: “Oggi nuovi sacrifici sono necessari per contenere l’epidemia, ma capisco molto bene le loro ragioni (di chi protesta, ndr): per questo i ristori devono essere immediati“, ha spiegato Delrio a La Stampa. “Insisto: la parola chiave ora è tempestività. Nelle misure per contenere il virus e nei ristori per le categorie colpite”, ha ribadito il capogruppo Pd. In pressing anche il suo parigrado a Palazzo Madama, Andrea Marcucci: “Agli italiani viene chiesto un altro sacrificio. La cosa più importante è ora il ristoro economico, abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio, un decreto, previsto nelle prossime ore, per sostenere da subito le imprese ed il commercio. Un decreto che non porti a meccanismi farraginosi o a ritardi che sarebbero inaccettabili“.

Un decreto “per ristorare tutti gli operatori che dovranno chiudere totalmente o parzialmente la loro attività, individuando la modalità più veloce ed equa possibile per far arrivare velocemente i soldi sui loro conti correnti”, chiede anche il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro. “Almeno stavolta lavoriamo perché gli aiuti siano adeguati e immediati, senza burocrazie barocche”, scrive anche Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, che ne approfitta anche per tornare a rievocare l’utilizzo del Mes, “senza perdere più tempo”. Il Movimento 5 stelle, con il capo politico Vito Crimi e con Luigi Di Maio, sottolinea la necessità di “responsabilità“, ma ribadisce che “serve subito un ristoro per il sistema fieristico. E il fondo perduto è la migliore soluzione. Il governo deve dare risposte immediate al nostro tessuto produttivo e fieristico”, ha spiegato il ministro degli Esteri. Mentre i deputati Cinquestelle in commissione Cultura sottolineano la necessità di non dimenticare “il mondo della cultura e dello sport“, per cui il Dpcm “segna l’inizio di una nuova fase drammatica“.

Dalle opposizioni è già cominciata la rumba su un governo “che massacra interi settori”, ha detto Giorgia Meloni, e che deve “proteggere dal virus i più deboli, senza massacrare tutti gli italiani”, ha attaccato Matteo Salvini. Mentre da Paolo Barelli, presidente della Federnuoto e deputato di Forza Italia, arriva l’accusa al governo di sottovalutare “la rete dello sport di base: se non ci sarà un ristoro immediato di 3 miliardi, è prevedibile un’inesorabile protesta sui territori”. “Il nuovo dpcm dimostra la totale insensibilità verso il mondo dello sport. Se non ci sono interventi immediati che permettano alla società sportive e ai gestori di palestre e piscine di credere ancora nel governo, non solo ci sarà il fallimento totale, ma è prevedibile una protesta inesorabile sui territori”.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it