Decreto ristori, indennizzi raddoppiati per chi deve chiudere del tutto: tetto a 150mila euro. Si discute sulle categorie che ne avranno diritto

Un nuovo pacchetto di aiuti da 4-5 miliardi, tutti finanziati recuperando risorse inutilizzate in bilancio. Il governo si appresta a varare un nuovo provvedimento di emergenza, il “decreto ristori“, per dare un contributo economico immediato ai settori di nuovo costretti a chiudere, o quasi, per contenere il dilagare dalla pandemia di coronavirus. Indennizzo che potrebbe raddoppiare, rispetto a quanto già ricevuto in estate dopo il lockdown, per chi dovrà tenere la serranda abbassata h24. Nel Consiglio dei ministri, programmato per le ore 15, si discuterà ancora sulle categorie che avranno diritto al contributo a fondo perduto: dai taxi al settore turistico-alberghiero, per esempio, che sono toccati solo indirettamente dalle nuove chiusure.

I ristori a fondo perduto e la proroga della cassa integrazione Covid fino alla fine dell’anno troveranno posto in un unico decreto legge, da finalizzare dopo che il premier Giuseppe Conte, insieme al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ha incontrato le categorie più colpite dalla nuova stretta che, secondo Confcommercio, farà perdere “circa 17,5 miliardi di consumi e di Pil nel quarto trimestre”.

I ristori: tetto a 150mila euro – La nuova tranche di ristori vale circa 2 miliardi per circa 350mila imprese (nella prima tranche le domande hanno superato i 2 milioni e sono stati erogati circa 6 miliardi e mezzo a fondo perduto): i ristori saranno automatici per chi ha già fatto domanda, con bonifici sul conto corrente che l’Agenzia delle Entrate dovrebbe erogare già entro metà novembre. Chi poteva ma non l’ha chiesto, o chi superava il limite di 5 milioni di fatturato, dovrà presentare apposita domanda. Due le differenze principali: gli aiuti non saranno appunto limitati solo alle imprese con meno di 5 milioni di fatturato e gli importi saranno più alti rispetto alla precedente tornata, che li limitava per esempio al 20% del calo subito per chi nel 2019 abbia avuto ricavi sotto i 400mila euro e 10% in caso di ricavi 2019 fino a 5 milioni. In base ai codici ateco – e al ‘grado di chiusura’ – si otterrà un indennizzo come minimo della stessa entità di quello già ricevuto in estate grazie al decreto Rilancio, con percentuali che andrebbero dal 100% di quanto già avuto fino al doppio, al 200%, per chi dovrà chiudere h24, come palestre e centri termali. Il nuovo tetto massimo dovrebbe essere fissato a 150mila euro.

Le categorie beneficiarie – Nell’elenco ci saranno sicuramente bar, pasticcerie, ristoranti costretti a chiudere alle 18, ma anche cinema, teatri, parchi divertimento, discoteche, centri sportivi, piscine. Sono tutte quelle categorie che devono chiudere alle 18 o tenere del tutto le serrande abbassate. Ma le maglie potrebbero allargarsi ad altri settori: la questione è ancora sul tavolo, perché è difficile stabilire un criterio per decidere quali categorie non oggetto di chiusura o divieti hanno diritto agli indennizzi e quali no. Si stanno valutando, appunto, anche gli alberghi e le strutture turistiche, così come i tassisti. Intanto verrà allargata la platea dei lavoratori che hanno diritto agli aiuti: una nuova indennità una tantum per gli stagionali del turismo, spettacolo e lavoratori dello sport, che dovrebbe essere di 800-1000 euro.

La rata Imu e il credito d’imposta sugli affitti – Per le imprese ci sarà anche un nuovo credito d’imposta sugli affitti per i mesi di ottobre e novembre e cancellazione della seconda rata dell’Imu del 16 dicembre. Anche in questo caso lo stralcio della rata Imu dovrebbe riguardare sia chi chiude tutto il giorno sia chi ha orari di apertura ridotti. Chi paga un affitto avrà invece un credito d’imposta, cioè uno sconto sulle tasse future, pari a tre mensilità. Il credito potrà essere anche girato al proprietario del locale e quindi scontato dal canone d’affitto.

La proroga della Cig e il Rem – Nel decreto ci sarà la proroga della Cassa integrazione a carico dello Stato per altre 6 settimane fino a fine anno. La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, ha assicurato che si arriverà a 18 settimane totali di proroga, ma per il resto delle settimane bisognerà aspettare la manovra o un altro provvedimento. Infine sarà finanziata una ulteriore mensilità del reddito di emergenza per le famiglie che non avranno accesso a nessuna di queste misure. L’aiuto può arrivare fino a 800 euro, a seconda di quante persone ci sono in famiglia.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it