Decreto Ristori, Il Tempo: non ristora “un bel niente”, ecco il perchè

Molto critico verso il sistema adottato dal Decreto Ristori per indennizzare le aziende colpite dalle restrizioni del Dpcm del 24 ottobre e dalle Ordinanze sull’istituzione delle zone rosse e arancioni in buona parte delle regioni italiane è il quotidiano Il Tempo.

Sulle pagine del quotidiano romano in edicola oggi vengono messi in luce alcuni punti deboli del provvedimento ora all’esame del Senato per la conversione in legge:

”il primo è quello che destina i ristori attraverso il sistema dei codici Ateco. Cioè solo alle categorie effettivamente costrette allo stop dai Dpcm. Tagliando fuori le attività che, pur restando formalmente aperte, hanno visto contrarsi il proprio volume d’affari. L’esempio classico è quello dei fornitori. Se i negozi sono chiusi, conta poco che al fornitore sia consentito proseguire l’attività. Perché non avrà nessuno da rifornire e, di conseguenza, vedrà comunque il suo fatturato ridursi. L’estensione delle limitazioni a 15 regioni (le «non gialle») mette sempre più in difficoltà peraltro anche le aziende dei territori meno colpiti che fanno affari con altre Regioni”.