Un parere della Commissione Istruzione del Senato dello scorso 11 novembre traccia la strada per un nuovo adeguamento dei ristori per le aziende e lavoratori dello spettacolo colpiti dalle chiusure e dalle restrizioni decise dal Governo e non indennizzati dal Decreto Ristori, in questi giorni in discussione al Senato. Lo mette in evidenza una nota stampa di Confartigianato.
RISTORI ALLE AZIENDE DI PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA
La Commissione Istruzione – riporta la nota – “reputa necessario proseguire e rafforzare un sostegno adeguato alle produzioni indipendenti, anche mediante un monitoraggio costante delle attività potenzialmente penalizzate dalle misure di contenimento, al fine di ampliare l’elenco dei beneficiari dei contributi a fondo perduto, inserendo ad esempio nell’Allegato 1 le “Attività di produzione, post-produzione e distribuzione cinematografica, di video e di programmi televisivi” (codice ATECO 59.11) e le “Attività di post-produzione cinematografica, di video e di programmi televisivi” (codice ATECO 59.12)”.
RISTORI ALLE AZIENDE DELL’EDITORIA E DELLA COMUNICAZIONE
La Commissione inoltre ha evidenziato l’importanza di tutelare anche altre imprese del settore dell’editoria e della comunicazione in generale. Nel documenti si legge infatti che si “ritiene improcrastinabile tutelare, di concerto con il Ministero dello sviluppo economico, anche la filiera legata all’industria dell’entertainement (ad esempio editori digitali on line specializzati in cinema, uffici stampa, agenzie social, di comunicazione, di eventi e promozioni specializzate), le cui aziende non rientrano tra i destinatari del Dl Ristori in quanto non classificate negli attuali codici ATECO”.
BONUS AI LAVORATORI INTERMITTENTI
La Commissione non dimentica neppure i lavoratori dipendenti, in particolare i lavoratori intermittenti dello spettacolo. Occorre in questo caso “chiarire la disciplina applicabile ai lavoratori intermittenti dello spettacolo, molti dei quali non hanno ricevuto le indennità previste a titolo di ristoro per la sospensione della relativa attività a causa della pandemia”.