Buoni spesa e Reddito di emergenza, il manifesto: ecco cosa manca

Duro il giudizio del quotidinao il manifesto a proposito delle recenti misure del Governo per sostenere il reddito dei lavoratori dipendenti e autonomi, famiglie, per durante questo periodo di crisi.

Un giudizio netto quello espresso sull’edizione odierna del quotidiano, a partire dal recente intervento col Decreto ristori ter che prevede i buoni spesa:

Nel nuovo decreto si finanzia un fondo di 400 milioni destinato ai comuni per gli aiuti alimentari alle famiglie. In precedenza è stato prolungato il «reddito di emergenza» per i poveri che non rientrano nel «reddito di cittadinanza». Sono interventi spot di ultima istanza, tappabuchi che rispondono a una visione complessiva di una crisi che durerà parecchi anni e non può essere affrontata con iniziative estemporanee. In questo caso non vale la logica del «fondo perduto» riservata alle imprese. Per accedere al reddito di emergenza (in media 400 euro al mese) bisogna rispondere a precisi criteri fiscali e patrimoniali. Questa impostazione ha prodotto un paradosso: respingere una parte della platea potenziale alla quale la misura sarebbe diretta. Questo meccanismo perverso è stato evidenziato anche nell’ultimo rapporto Caritas. Agli «invisibili» che non rappresentano alcuna «categoria» in una società rifeudalizzata dall’emergenza non resta altro che chiedere aiuto alle mense o ritirare un pacco alimentare dal comune. Questo spiega l’aumento già registrato di chi si rivolge alla Caritas. I nuovi poveri sarebbero già 450 mila in più che si aggiungono ai 4,7 milioni del 2019. Senza contare precari e partite Iva che hanno perso il lavoro: meno 470 mila secondo l’Istat nel secondo trimestre. Più che i bonus, serve un Welfare universale”.

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