24 novembre 2020 – Il rapporto Svimez restituisce un quadro particolarmente preoccupante della situazione del Mezzogiorno, confermando l’esistenza nel Paese di una “questione meridionale ”tuttora irrisolta ed anzi acuita dall’emergenza sanitaria, che sollecita per il Sud un forte impegno per un nuovo progetto di ricostruzione”. È quanto sottolinea in una nota il Segretario Confederale Cisl, Ignazio Ganga, responsabile del Mezzogiorno.
“La fragilità delle infrastrutture sociali, con sanità ed istruzione in testa, la debolezza del tessuto produttivo, l’irrisolta questione delle infrastrutturale materiali e di collegamento, sotto la spinta della pandemia hanno potenziato le disuguaglianze fra mezzogiorno e centro nord, e ancor di più segnano le differenze con il resto dell’Europa.
“ Forti e pesanti sono le ricadute di questo insieme di condizioni sui livelli occupazionali, incidendo in particolar modo sulle fasce più deboli del mercato del lavoro e su quei settori, quali i servizi del terziario, a partire dal turistico alberghiero, particolarmente importanti per l’economia meridionale” sostiene il sondacalista della Cisl.
“Pesante l’incidenza sulla componente femminile, che paga un prezzo molto alto per il maggior tasso di precarietà che la contraddistingue, e per la sua significativa presenza in quei servizi che hanno subito contraccolpi maggiori e per la contestuale carenza dei servizi di conciliazione. Per la Cisl non è più rinviabile un intervento strutturale ed articolato per l’Area collocato all’interno di un organico piano per il Paese che incida significativamente sui fattori di debolezza sopra citati e che dovrà invertire il trend negativo, potenziando gli investimenti sulle infrastrutture materiali e immateriali, con attenzione specifica alla rete dell’assistenza, della sanità e dell’istruzione. In particolare rispetto alla scuola, dovranno essere risolte al più presto le attuali iniquità, che incidono negativamente sulla formazione dei giovani meridionali tra i quali si riscontra un tasso di abbandono scolastico altissimo e il conseguente acuirsi del numero dei neet. Nello specifico andrà implementato il tempo pieno e potenziate le condizioni per poter fruire della didattica a distanza, data la quota notevole di giovani del mezzogiorno privi di dispositivi informatici.
Sulla Sanitá è fondamentale rafforzare la rete territoriale dei servizi, che dovrà procedere di pari passo con interventi strutturali sugli ospedali, allo scopo di superare il paradosso di un Mezzogiorno già “potenziale zona rossa” ben prima dell’emergenza pandemica. È quindi importante una azione di rilancio che metta insieme il potenziale dei fondi di diversa provenienza, in particolare quelli della next generation eu e quelli del recente piano sud, per accompagnare le imprese meridionali, che riscontrano un rischio di default superiore a quelle delle altre aree del Paese, con misure rafforzate di sostegno a partire da una specifica fiscalità di sviluppo, non abbassando al contempo la guardia rispetto ad un grande disegno di politica industriale che valorizzi il Mezzogiorno, per sostenere l’intero Paese”.’
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Fonte: cisl.it