Reddito di cittadinanza, il manifesto: «nessun obbligo per i percettori»

Reddito di cittadinanza sempre più al centro degli equilibri sociali. Lo mette ben in evidenza l’ultimo rapporto Svimez presentanto ieri, nel quale si pone in risalto come sia stato fondamentale sin dall’inizio dell’emergenza e soprattutto nelle aree depresse del Paese, Sud in testa.

La questione è approfondita dal quotidiano il manifesto in edicola oggi che mette l’accento su ciò che nei fatti la misura è diventata, un “reddito minimo garantito” senza possibilità che il percettore sia chiamato ad “esercitare i suoi obblighi”:

“«Nel rapporto 2020 sull’economia e la società del mezzogiorno», presentato ieri dopo un incontro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la Svimez evidenzia come questa misura sia diventata nei fatti un «reddito minimo garantito», ovvero un reddito che non pretende in cambio ciò che prevede la legge che lo ha istituito: lavoro gratuito fino a 16 ore a settimana per lo Stato e il privato sociale e «politiche attive del lavoro» con l’obbligo a spostarsi anche su tutto il territorio nazionale per lavorare per le imprese con salari che non permettono la sopravvivenza in città diverse da quelle di residenze. Il governo ha annunciato la volontà di completare questo progetto a partire dal 2021 facendo ricorso anche ai fondi del «Recovery fund». Oggi il «reddito» è un diritto fondamentale involontario contro la povertà assoluta. Domani potrebbe diventare uno strumento di coazione”.