Nella giornata del 2 dicembre scorso, durante l’incontro con il Coordinamento nazionale della Divisione Aerostrutture, Leonardo, per la prima volta dall’insorgere della pandemia Covid-19, l’Azienda ha annunciato 3 anni difficili per le produzioni negli stabilimenti Campani e Pugliesi, con dissaturazioni differenti tra i siti, ma senza escluderne nessuno dai vuoti lavoro che si manifesteranno a partire dal 2021.
Una situazione peraltro scontata alla luce della forte riduzione del traffico aereo per l’anno in corso e per quelli a venire, che solo parzialmente sarà ridotta dall’aumento dei voli negli anni successivi, prospettando non prima del 2024/2025 il ritorno a volumi simili a quelli del 2019.
Prendere atto della situazione complessa da parte dell’Azienda, esponendola al Coordinamento nazionale della Divisione, per la FIOM-CGIL è un aspetto positivo, pur nella sua drammaticità, in quanto rappresenta un primo passo di consapevolezza e trasparenza, al fine di trovare soluzioni che consentano di gestire questo lungo periodo difficile, e salvaguardare le attività industriali e i livelli occupazionali nel Mezzogiorno.
Per far si che ciò possa avvenire sono necessari investimenti importanti e a lungo termine, ma soprattutto comprendere su quali prodotti e programmi Leonardo pensa di puntare quando, e non sarà a breve, vi sarà una ripresa effettiva del mercato.
Nella riunione l’unica vera novità è l’investimento sullo stabilimento di Grottaglie, il sito con un vuoto lavoro superiore al 50% per il 2021 e con diminuzioni di attività strutturali, visto che Boeing ha già dichiarato che i rate non torneranno alle 14 fusoliere/mese previste per lo stabilimento.
Un investimento importante che farà di Grottaglie un polo di sviluppo e studio dei materiali, con una linea di produzione per l’ala del futuro velivolo senza pilota del consorzio europeo, le cui produzioni dovrebbero entrare a regime nel 2025.
Se tale scelta è positiva perché pone fine alla mono-committenza del sito, i tempi e il numero degli addetti che saranno necessari per tale programma sono ancora tutti da definire. Per dare prospettive certe allo stabilimento devono essere dettagliati gli archi temporali, e i relativi investimenti, insieme a quanti lavoratori verranno occupati nel 2025.
Per i restanti stabilimenti del Mezzogiorno, consideriamo come FIOM-CGIL, positiva la conferma degli investimenti quantificati in 350 milioni di €, ma gli stessi non sono una novità, rimangono quelli annunciati negli incontri di giugno.
Pomigliano con le criticità derivanti dal calo del programma ATR, rimane il secondo stabilimento con le prospettive più incerte. Predisporre e riorganizzare le linee produttive per migliorare efficienza e efficacia è importante, ma lo è altrettanto sapere quali prodotti si faranno nel futuro quando ripartirà il mercato. L’ATR è un prodotto leader a livello mondiale nel suo segmento, ma serve ripensare il programma, investire per rendere sostenibile un prodotto che necessita innovazione per restare protagonista nel settore.
Negli stabilimenti di Nola e Foggia, con attività meno impattate durante la pandemia, non sono stati annunciati investimenti significativi confermando quelli già definiti, tuttavia i dati sui vuoto lavoro sono maggiori di quelli che venivano forniti alle RSU nel mese di settembre a livello locale, evidenziando come nella crisi vi sia un livello di incertezza importante che non consente di fare previsioni certe per gli anni futuri.
In questo quadro difficile, come FIOM-CGIL, troviamo sconcertante che non vi sia un confronto tra le Parti sociali, le Imprese e il Governo sul settore delle produzioni dei velivoli civili nel nostro Paese. In piena determinazione per la suddivisione delle quantità economiche del Recovery Fund non vi è traccia di discussione per il settore, e non ci sembra che Leonardo stia agendo nei confronti del Governo per chiedere importanti quantità economiche indispensabili per progettare e ripensare programmi e prodotti che devono essere rinnovati.
Le relazioni industriali, per la FIOM-CGIL, devono avere questa impronta per essere efficaci, non le prese d’atto di scelte già definite, relegando il sindacato ad accompagnatore dei processi.
Nello scenario indicato, Leonardo ha avanzato una proposta per gestire le dissaturazioni nel 2021, al fine di evitare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Premesso che non è il Sindacato a chiedere gli ammortizzatori sociali, ma eventualmente l’Azienda, la quale non si sente di escluderli a priori in prospettiva, per la FIOM-CGIL evitare il loro utilizzo passa da alcuni elementi fondamentali:
un quadro chiaro sui tempi degli investimenti con quantità e archi temporali definiti e mantenimento degli attuali livelli occupazionali;
prospettive industriali certe e di medio periodo per tutti i siti del Mezzogiorno;
gestione dei vuoto lavoro attraverso gli istituti previsti dal CCNL dei metalmeccanici, permessi e ferie residue anni precedenti e quelli previsti nel 2021, nei limiti previsti, senza deroghe a contratti o leggi vigenti.
Per chiarezza nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori della Divisione Aerostrutture non utilizzare gli ammortizzatori sociali è una priorità anche per la FIOM-CGIL, ma ciò non può e non deve significare che i vuoti lavoro siano coperti solo dai dipendenti di Leonardo.
L’Azienda se non utilizzerà tali strumenti deve sapere che, utilizzato tutto ciò che è disponibile da parte dei lavoratori, senza deroghe al CCNL, il resto dovrà essere a carico della stessa. Perché se la Divisione Aerostrutture pesa nel bilancio di Leonardo il 10%, per numero di addetti, la stessa rappresenta il 20% della forza lavoro del Gruppo, tutta insediata nel Mezzogiorno.
Il conto nella crisi attuale, che durerà per un periodo lungo, non può essere a carico dei lavoratori per evitare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali come scelta aziendale.
L’azienda a fine riunione ha aggiornato a nuova data il tavolo con il Coordinamento nazionale della Divisione Aerostrutture, momento nel quale porterà nel dettaglio gli investimenti industriali previsti insieme ai programmi definiti per i prossimi anni, e contemporaneamente una proposta su quali strumenti utilizzare per evitare gli ammortizzatori sociali.
Per la FIOM-CGIL la valutazione del piano potrà essere condiviso se la crisi verrà distribuita non solo sulle spalle dei lavoratori, ma anche rispetto a piani e scenari industriali credibili e non solamente dichiarati.
Gli accordi sono utili e sottoscrivibili per la FIOM-CGIL se tutelano i le lavoratrici e i lavoratori, non se scaricano su di loro il peso di una crisi che a motivazioni recenti ma con radici lontane.
FIOM-CGIL Nazionale
Roma, 11 dicembre 2020
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Fonte: fiom-cgil.it