Dalle ore 23:00 del 31 dicembre parte la Brexit. La Gran Bretagna sarà fuori dall’Unione Europea. Cambierà la “posizione giuridica” di tutti coloro risiedono oltre Manica e, possedendo un passaporto di uno qualsiasi degli Stati dell’Unione, saranno considerati a tutti gli effetti extra-comunitari. Pur conservando il diritto di lavorare, studiare, creare un’impresa nel Regno Unito (United Kingdom) ma solo se si è già maturato il diritto a rimanere con il settled status.
E per coloro che intendono trasferiri in questo Paese per lavoro cosa cambia? Una risposta la offre il quotidiano Il Mattino in edicola oggi:
“Chi vuole trasferirsi avrà bisogno di un permesso di lavoro (uno specifico visto, ndr) e seguirà la stessa procedura dei cittadini del resto del mondo: un sistema a punti flessibile, con un percorso privilegiato per chi lavora nella sanità, pensato per attrarre lavoratori qualificati e dissuadere gli altri. Con la possibilità, qualora un determinato settore dell’economia lo richiedesse, di allentare le maglie per far arrivare anche personale non qualificato. Sarà favorito chi parla bene l’inglese, chi ha un’offerta da un datore di lavoro riconosciuto, chi guadagna almeno 25.600 sterline, ossia 28.350 all’anno e chi lavora in settori chiave come l’ingegneria”.
Altro aspetto molto rilevante segnalato dal quotidiano napoletano è che “non ci sarà più riconoscimento automatico delle qualifiche professionali e bisognerà fare domanda per vedersele riconosciute, anche se nell’accordo c’è una cornice per agevolare la procedura”.