“Informazione non adeguata” e “procedura complessa”, queste in estrema sintesi le ragioni per cui il Reddito di emergenza, misura pensata per sostenere le famiglie in gravi difficoltà economiche durante la crisi, è stato ricevuto solo dal 41% dei nuclei aventi diritto. Ma vediamo il perchè, secondo la ricostruzione fatta dal portale Lavoce.info in un articolo a firma di Cristiano Gori.
REM DECRETO RILANCIO E PROROGHE
La misura è stata prevista inizialmente con il decreto Rilancio di maggio per due mensilità, poi prorogato dal Decreto agosto per un’altra mensilità ed ancora per altre due con il Decreto Ristori. Quindi le domande sono state successivamente riaperte più volte fino al 30 novembre ed è stato possibile riceverne sino a cinque mensilità. L’importo è pari a 400 euro mensili per una persona, incrementato di 160 euro per ogni adulto e di 80 euro per ogni minorenne, fino a un massimo di 800 euro.
REQUISITI
I requisiti per ottenere il Rem sono: a) residenza in Italia; b) reddito inferiore al valore del Rem stesso, c) Isee inferiore a 15 mila euro; d) patrimonio mobiliare sotto i 10 mila euro (più 5 mila per ogni membro oltre il primo, fino a un massimo di 20 mila); e) non percepire di altre prestazioni monetarie pubbliche.
ESCLUSI 6 NUCLEI FAMILIARI SU 10
Il Governo aveva stimato 868 mila famiglie aventi diritto, pari a circa 2 milioni di persone, cifra poi confermata dall’Ufficio parlamentare di bilancio. Dagli 868 mila nuclei bisogna escludere i 163 mila che nel frattempo hanno cominciato a ricevere il reddito di cittadinanza e che quindi non sarebbero rientrati nel Rem.
Le famiglie realmente aventi diritto sono perciò 705 mila. Ma a ricevere il primo Rem sono state 291 mila famiglie.
Il rapporto, in percentuale, tra percettori e aventi diritto, è pari al 41 per cento. In altre parole, circa 6 famiglie su 10 che avevano diritto al Rem e non ne hanno fruito.
INFORMAZIONE NON ADEGUATA
Tra le primarie ragioni del fallimento della misura, secondo Lavoce.info, c’è la quasi totale assenza di una campagna informativa per far conoscere alla popolazione interessata il Rem con particolare attenzione ai soggetti a cui la misura era rivolta.
“La mancanza di uno sforzo informativo – si legge – ha reso ulteriormente difficile comprendere a chi fosse rivolto il Rem”.
PRECEDURE COMPLESSE
Innanzitutto il valore l’ISEE stabilito come soglia di accesso (15 mila euro) “è estremamente elevato per una misura di questo genere” si legge, “basti ricordare che il 72 per cento di tutti gli Isee compilati in Italia, in prevalenza non per misure rivolte ai poveri, è più basso”
E poi, predisporre un ISEE non è un’operazione semplice, soprattutto con alcune categorie di persone che non hanno praticità di queste cose: troppe le informazioni e certificazioni da raccogliere, in poco tempo.
“La complessità delle procedure, dunque, ha scoraggiato molte famiglie dal presentare la domanda di Rem”. Mentre, continua l’articolo, ”altre prestazioni di sostegno al reddito introdotte a seguito del Covid-19 (ad esempio, destinate ai lavoratori autonomi e a quelli domestici) erano più semplici da richiedere”.