E’ il Decreto legge n. 182/2020, approvato notte tempo dal Governo il 30 dicembre, che ha offerto una soluzione definitiva all’errore della Legge di Bilancio che aveva dimezzato il Bonus 100 euro “ex Renzi” previsto per i lavoratori dipendenti portandolo a 600 euro complessivi, anzichè 1.2000 per l’intero 2021.
Come sottolinea Il Sole 24 Ore in edicola oggi il Bonus è confermato ma ci sono anche alcune categorie escluse:
“Il trattamento integrativo ha sostituito il bonus, ereditandone tutte le regole. Ne possono, quindi, beneficiare i lavoratori subordinati (oltre ai soggetti che percepiscono un reddito assimilato) che, dopo l’applicazione della sola detrazione per reddito di lavoro dipendente, pagano Irpef residuale e che ricevono un reddito annuo complessivo non superiore ai 28mila euro. Sono esclusi i cosiddetti incapienti cioè i percettori di redditi sino a 8.145 euro annui. Recentemente è stato previsto che il sostituto d’imposta possa riconoscere il beneficio, se spettante, quando l’incapienza si realizza per il ricorso agli ammortizzatori sociali targati Covid-19, facendo riferimento alla normale retribuzione contrattuale”.
Dunque i soggetti con redditi fino a 8.145 euro (cd. incapienti) sono esclusi dal Bonus ma – come precisato dall’Agenzia delle Entrate qualche giorno fa, ricorda il quotidiano economico – se questa incapienza è determinata dal fatto che il lavoratore percepisce bassi importi di reddito dovuti all’ammortizzatore sociale (cig, cig in deroga, assegno ordinario) si ha comunque diritto al Bonus.