Roma, 8 gennaio 2021 – La trattativa con Assogrocery non è ancora giunta a conclusione. E’ quanto formalmente comunicato dalla Fisascat Cisl alla direzione dell’associazione imprenditoriale al termine della procedura di consultazione sullo stato del negoziato avviato nel mese di dicembre. Le trattative erano preliminarmente finalizzate ad individuare le necessarie forme di armonizzazione sul passaggio delle aziende associate dai vari Ccnl applicati al solo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per i Dipendenti da Aziende del Terziario, della Distribuzione e dei Servizi – sulla base del reinquadramento disposto dall’Inps delle attività effettivamente esercitate nel settore del commercio dalle aziende associate ad Assogrocery – e a definire l’introduzione del Lavoro Agile per i lavoratori dipendenti.
L’Associazione imprenditoriale ha richiesto di estendere il confronto alla regolamentazione delle attività e dei compensi dei collaboratori Shopper (lavoratori autonomi, occasionali e parasubordinati), operazione per la Fisascat Cisl – l’unica organizzazione sindacale ad avere rappresentanti sindacali ed iscritti presso Everli, la più importante azienda associata – necessariamente da subordinare all’effettuazione di Assemblee dei lavoratori svolte regolarmente nelle giornate del 4, 5 e 6 dicembre in merito alla definizione di un eventuale accordo che ricalcasse i contenuti del negoziato intercorso al quale hanno preso parte, oltre alle Rsa di settore, anche 4 rappresentanti dei collaboratori.
«Una trattativa reale e serrata – ha spiegato il segretario nazionale della Fisascat Cisl Vincenzo Dell’Orefice – che ha riguardato diverse tematiche, anche di portata innovativa per tali collaboratori, quali la natura del rapporto di collaborazione e divieto di esclusiva, l’introduzione di un compenso una tantum per la partecipazione ai percorsi formativi, il bilanciamento dei tempi di vita e di lavoro, la tutela della malattia e della maternità (e relative indennità), sicurezza ed infortuni sul lavoro, il sistema incentivante per valorizzare la meritocrazia, la modalità di svolgimento dell’attività dello Shopper, il trattamento minimo di garanzia, la struttura dei compensi e delega alla contrattazione aziendale, l’attivazione di forme di welfare integrativo (e in caso di mancata attivazione un buono benzina o spesa sostitutivo), nonché i diritti di informazione, la costituzione di una Commissione Paritetica, l’introduzione di agibilità sindacali e la possibilità di eleggere dei rappresentanti sindacali per tali collaboratori».
«Dei 2.956 Shoppers coinvolti nella consultazione, hanno espresso mandato 881 collaboratori pari al 29,80% degli aventi diritto» ha dichiarato il sindacalista sottolineando che «alla luce del pur significativo ed importante numero di mandati ricevuti, peraltro raccolti in un ambito lavorativo nel quale, per ovvie ragioni, non è agevole arrivare in maniera capillare per dare un’informazione compiuta a tutti i soggetti coinvolti, abbiamo formalmente comunicato ad Assogrocery che non riteniamo conclusa la trattativa ed abbiamo altresì espresso l’auspicio circa una rapida riapertura del confronto per perfezionare ulteriormente quanto approfondito e discusso in costanza di negoziato, possibilmente esteso anche ad altre componenti sindacali, purché effettivamente rappresentative».
«Avremmo siglato l’intesa relativa alle condizioni normative ed economiche da applicarsi agli Shoppers unicamente nel caso in cui avessimo riscontrato il benestare del 50%+1 dei consensi da parte di essi coerentemente a quanto sostenuto sia al cospetto della nostra controparte che nel confrontarci con gli Shoppers in occasione delle assemblee tenute per spiegare la portata e le caratteristiche dei contenuti negoziati» ha poi evidenziato Dell’Orefice.
«Abbiamo scelto la strada più impegnativa – ha rimarcato – in quanto prendere a riferimento non i votanti effettivi ma gli aventi diritto non è cosa banale, ma anche la più coerente». «Eravamo e restiamo del parere che, per dare protagonismo a questi lavoratori – ha concluso il sindacalista – occorra passare inevitabilmente per un confronto serrato, non ipocrita e senza reticenze, abbandonando teorie asfittiche e pregiudiziali finalizzate sostanzialmente a non modificare nulla in un campo, com’è quello del lavoro prestato tramite piattaforme nell’ambito della fornitura dei beni di largo consumo, dove, invece, di cambiamento si avverte un gran bisogno».
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Fonte: cisl.it