Obbligo di vaccino ai lavoratori? Il Sole 24 Ore: ecco perchè non conviene

Nel dibattito tra chi ritiene opportuno prevedere l’obbligatorietà del vaccino e chi invece sostiene che debba restare facoltativo si inserisce una terza linea di pensiero, esposta da Luca Failla su Il Sole 24 Ore in edicola oggi.

Secondo il consulente del lavoro le aziende prima di arrivare a qualsiasi conclusione dovrebbero innanzitutto avere ben chiare “le responsabilità che le stesse si accollerebbero qualora lo volessero somministrare ai dipendenti”.

“E infatti – continua Failla – un datore che imponesse obbligatoriamente il vaccino ai dipendenti non vi è dubbio che si accollerebbe tutte le conseguenze che ne potrebbero derivare (eventuali reazioni allergiche, patologie future eccetera) allo stato difficilmente prevedibili, anche alla luce della estrema novità dei vaccini e dei loro brevi tempi di sperimentazione”.

Ma la situazione sarebbe analoga anche nell’ipotesi in cui l’azienda lo “offrisse” al lavoratore senza alcuna forma di obbligo e poi ne traesse delle conseguenze sul piano del rapporto di lavoro “ad esempio, in caso di rifiuto, spostandolo a mansioni differenti ovvero sospendendolo dalla prestazione e dalla retribuzione come qualcuno ha suggerito”.

Né – conclude l’articolo – si può pensare di percorrere la strada di un accordo di rinuncia di ogni diritto conseguente, da parte del lavoratore: come noto l’art. 2113 del codice civile si applica solo con riguardo a diritti maturati ed entrati nel patrimonio del lavoratore.