Scuole chiuse, il TAR boccia un’ordinanza regionale: i dettagli

A distanza di pochi giorni dall’apertura del braccio di ferro tra la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina e le Regioni che avevano deciso di spostare in avanti l’apertura delle scuole superiori, “raggirando” la data indicata dal Governo (11 gennaio), arriva dalla Lombardia la notizia che suona un po’ come un capovolgimento di fronte.

Il TAR ha accolto il ricorso presentato dal comitato ‘A scuola!’ contro l’ordinanza di Regione Lombardia sulla chiusura delle scuole superiori. A renderlo noto sono tutte le principali fonti di stampa, tra cui lastampa.it e tgcom24.it

Il Pirellone, l’8 gennaio scorso, aveva infatti deciso, a fronte dei dati sui contagi, di imporre la didattica a distanza al 100% negli istituti superiori, di fatto facendo slittare al 25 gennaio la ripresa delle lezioni in presenza”, scrive Lecconews.it

A questa scelta si erano opposti, con un ricorso, i cittadini, genitori e insegnati riuniti in un Comitato. Oggetto della contestazione alla scelta del governatore Attilio Fontana era l’aver “esorbitato dalle proprie competenze, violando l’art. 4 del decreto legge n. 1 del 5 gennaio 2021 (norma di rango primario), che prevedeva la progressiva ripresa dell’attività scolastica in presenza per gli alunni delle secondarie di secondo grado” e di non aver inoltre motivato adeguatamente l’ordinanza, ignorando i piani elaborati dai prefetti su ingressi scaglionati negli istituti, oltre alla possibilità offerta dai tamponi rapidi e l’incremento del tracciamento dei casi per monitorare eventuali casi di Covid tra gli alunni e il personale scolastico.

Insomma la Regione ha ignorato tutto il lavoro di coordinamento fatto a livello di ogni singola provincia tra i prefetti (organi di Governo locale), le scuole, aziende di trasporto, proprio come esaltava la stessa Ministra Azzolina in su Rai1 (per leggere le news e vedere il video clicca qui).

Una delle contraddizioni evidenziate – fanno sapere dal Comitato – è che si “afferma per esempio di voler evitare assembramenti quando nelle zone arancioni, condizione in cui attualmente si trova la Lombardia, sono aperti i negozi e c’è libertà di circolazione, ovviamente anche per i ragazzi”.

Arriva quindi la decisione del Tribunale amministrativo – risale a martedì 12 gennaio – che decide di accogliere il ricorso contro l’ordinanza regionale, sospendendo l’efficacia del provvedimento.