Conte incontra i sindacati sul Recovery plan: “Grazie per il contributo dato in questi mesi. Ora rafforzare crescita e coesione sociale”

Il percorso per affinare il Recovery Plan, coinvolgendo parti sociali ed enti locali, inizia con i sindacati. Venerdì mattina il premier Giuseppe Conte ha incontrato in videocollegamento i segretari generali Maurizio Landini (Cgil), Annamaria Furlan (Cisl) e Pierpaolo Bombardieri (Uil), insieme ai ministri dell’Economia, dello Sviluppo, dei Trasporti, del Lavoro e del Sud. “Grazie per il contributo che avete dato al paese in questi mesi difficili rinunciando anche alla vostre legittime rivendicazioni“, ha detto aprendo la riunione durante la quale si parlerà anche del prossimo decreto Ristori che prorogherà la Cig per Covid in maniera differenziata e metterà in campo nuovi interventi a sostegno dell’economia. “Oggi inizia il confronto con le parti sociali. Un confronto che vogliamo intenso e costruttivo”. Lunedì prossimo sono in agenda incontri con Confindustria, Confcommercio, Confartigianato e Confesercenti.

Il governo punta a un “confronto operativo e serrato per rispettare rigorosamente i tempi per la finalizzazione degli interventi e l’attuazione concreta del piano”, ha aggiunto il titolare del Tesoro Roberto Gualtieri. Finora “abbiamo affinato la visione strategica”, ha ricordato Conte riferendosi alle modifiche fatte tra la bozza di dicembre e quella arrivata in consiglio dei ministri il 12 gennaio subito prima che Matteo Renzi aprisse la crisi. “Abbiamo una versione aggiornata, oggettivamente migliorata, del Piano. Questo Piano deve servirci a liberare il potenziale di crescita dell’economia, a dare impulso alla produttività e all’occupazione. E lo dobbiamo fare aumentando la capacità del nostro Paese di affrontare queste sfide e le trasformazioni in atto che riguardano anche le modalità organizzative del mondo del lavoro, rafforzando al contempo anche la coesione sociale”. Il premier ha ricordato che il piano dovrebbe aumentare la crescita del pil di 3 punti al 2026.

“Chiederemo se e come il piano sarà in grado di portare un impatto occupazionale”, aveva anticipato su Facebook Bombardieri. “E ci aspetteremo di capire se il Governo ha intenzione, così come dice la Commissione Europea, di utilizzare lo strumento del dialogo sociale, ossia attuare il metodo del confronto con le parti sociali, con le organizzazioni sindacali, le associazioni datoriali, con chi ha voglia e disponibilità di impegnarsi per determinare una scelta diversa del futuro in un momento così drammatico. Verificheremo se c’è un filo comune che lega gli interventi e le riforme che ancora non vediamo declinate e articolate con un’idea di futuro: per ora non l’abbiamo vista”. Sul piano del lavoro “vogliamo capire come si interverrà sulle politiche attive del lavoro in questo Paese: siamo tutti d’accordo che mettere in difficoltà il lavoro attraverso la riduzione dei salari e dei diritti è un tema ormai superato? E quindi lavoriamo tutti insieme per occupare e per creare lavoro stabile? E se sì, come interveniamo? Quali sono le politiche attive e come creiamo un collegamento fra i lavori del domani e la formazione e la riqualificazione di oggi?”.

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Fonte: ilfattoquotidiano.it