Busta paga più pesante nell’industria alimentare, bar e ristoranti fermi [IL RINNOVO]

Lo si apprende da un comunicato stampa di Confartigianato Alimentazione che insieme alle altre sigle datoriali e a Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, ha firmato un ”accordo per le aziende non artigiane che occupano fino a 15 dipendenti che applicano la parte II del contratto nazionale di lavoro dell’area alimentazione e panificazione”.

Busta paga più “pesante” di 46,43 euro per questi lavoratori dell’industria alimentare e commercio a partire da aprile “a titolo di anticipazione su futuri aumenti contrattuali“.

Nessun aumento invece per i lavoratori dipendenti dei pubblici esercizi ricompresi in questa definizione “imprese che svolgono attività di produzione, preparazione e confezionamento di pasti e prodotti alimentari con o senza somministrazione in attività di ristorazione”, vale a dire nessun aumento per i lavoratori di bar e ristoranti e attività similari. Il motivo lo spiega Confartigianato Alimentazione, si è voluto concedere “a queste imprese un periodo di ‘respiro’ in questo difficile momento di crisi”.

Novità anche sul versante del mercato del lavoro perchè viene estesa la possibilità di utilizzare il ‘contratto a termine per il reinserimento al lavoro, una particolare tipologia di rapporto di lavoro a termine che prevede per i lavoratori un retribuzione crescente col passare del tempo, come era il contratto di inserimento previsto dalla legge Biagi del 2003, poi abrogato.

Infine viene conservata la durata di 5 anni per quei contratti di apprendistato dei lavoratori in forza nelle imprese che perdono i requisiti dell’artigianato e passano ad applicare la parte seconda del contratto.