La ricollocazione dei disoccupati in NASpI/DIS-COLL o percettori del Reddito di cittadinanza nel corso del 2021, con il graduale esaurimento del blocco dei licenziamenti diverrà gradualmente una vera e propria emergenza sociale.
Ecco perchè le politiche attive del lavoro, tema al quale non è stata mai trovato una soluzione definitiva nel nostro Paese, è uno dei quei dossier che sarà di certo sarà sul tavolo del nuovo Governo.
Ma quali strumenti utilizzare per rilanciare l’Assegno di ricollocazione che la legge prevede per i percettori NASpI e Rdc?
Secondo Il Sole 24 Ore in edicola oggi una possibile risposta sta nel coinvolgimento delle Agenzie per il lavoro (ex agenzie interinali) sulle quali la Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, prossima in uscita, non ha voluto “investire”, ma che il nuovo governo “a guida” Mario Draghi potrebbe invece valorizzare:
“uno degli strumenti chiave è l’assegno di ricollocazione esteso, a chi è in Naspi da oltre 4 mesi (il governo giallo verde aveva tolto questa possibilità riservandolo ai soli beneficiari del reddito di cittadinanza e solo in 400 lo hanno usato), ai cassintegrati per ristrutturazione o crisi aziendale e per cessazione di attività. Ma il sistema tracciato dal precedente governo nella legge di Bilancio e finanziato con 263 milioni per il solo 2021, fortemente condizionato dalle posizioni ideologiche del ministro del M5S, è stato accolto con forti critiche dalle agenzie per il lavoro private, che si sentono tagliate fuori e chiedono correttivi alla normativa per poter essere coinvolte (le Apl sono più performantio dei centri pubblici per l’impiego)”.
L’assegno di ricollocazione (Adr) è un voucher formativo di valore che può arrivare anche a 7mila euro, destinato ai lavoratori in NASpI o Rdc, che può essere spese per la formazione funzionale al reinserimento nel mercato del lavoro.