Il dossier sul Reddito di cittadinanza in questi giorni è all’attenzione del presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi e dei partiti che stanno trattando la composizione del nuovo Governo e il programma politico.
Uno dei punti di debolezza che viene ripetutamente rimarcato nella discussione è che seppur utile come misura assistenziale per il contrasto alla povertà, il Rdc – introdotto dal Governo giallo-verde nel 2019 – non è stato funzionale a spingere le politiche attive del lavoro.
Non passa certo inosservato che sul quotidiano La Stampa in edicola oggi arriva anche il primo, questa volta critico, giudizio del Presidente Inps, il professor Pasquale Tridico, ritenuto tra i “padri” – insieme alla Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo – del Reddito di cittadinanza.
“Il reddito di cittadinanza – dice Tridico – ha un ruolo fondamentale per il contrasto alla povertà, e soprattutto nella fase Covid ha agito come sostengo al reddito per milioni di persone. Tuttavia le politiche dovrebbero in questo momento concentrarsi anche sulla domanda di lavoro”.
Dunque per la prima volta il Presidente INPS mette in discussione il Rdc dando un giudizio politico, segno evidente di voler lanciare un messaggio di “maggiore equilibrio” alla politica, dopo che nei giorni scorsi Italia Viva aveva provato, nell’ambito della trattativa di Governo, a spingere per metterlo alla porta d’uscita.
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