Nuovo Ministro del Lavoro e Reddito di cittadinanza, convivenza possibile?

Fatto il Governo e individuato il Ministro del Lavoro nella persona di Andrea Orlando, vicesegretario PD iniziano a porsi i primi interrogativi su come saranno le politiche sociali sotto la nuova conduzione.

Blocco dei licenziamenti, Cig, proroga NASpI, bonus di vario tipo e – non manca – il Reddito di cittadinanza. Misura questa fortemente voluta ed estesa dal M5S ma che il PD non ha mai particolarmente osteggiato, quanto piuttosto criticato per l’incapacità di offrire soluzioni per favorire la ricollocazione dei percettori nel Mercato del Lavoro.

E così anche Andrea Orlando, come tutto il PD ”de-renzizziato“, non ha mai fatto crociate contro una misura molto apprezzata da ampie fasce delle popolazione, anzi a tratta ne anche esaltato la funzione. Fino al punto da poter sostenere che la “convivenza” tra i due potrà essere “serena” se vi sarà la possibilità di riformare la seconda gamba del sistema, quello delle politiche attive del lavoro al fine di avviare le politiche per l’occupabilità.

Quelle che seguono sono una serie di dichiarazioni di Orlando sul Rdc, raccolte nel tempo da testate giornalistiche.

Gennaio 2020, prima della pandemia dunque il neo Ministro del Lavoro sosteneva che “un tagliando a Quota cento va fatto perché oggi è una lotteria che penalizza le donne e i lavoratori che hanno vuoti contributivi. Lo stesso ragionamento vale per il Reddito di cittadinanza, che è uno strumento ingiustamente demonizzato ma che abbiamo visto non funziona su due fronti: nel rapporto con le politiche attive del lavoro e nell’affrontare situazioni di povertà assoluta”.

Settembre 2020, il PD chiedeva a Giuseppe Conte e agli alleati di governo di “ripensare il reddito di cittadinanza” e Andrea Orlando, aggiungendo: “Chiederemo di ripensare un meccanismo che è servito per evitare una crisi sociale, ma che adesso dovrà diventare anche uno strumento che consenta alle persone di trovare lavoro”.

Febbraio 2021. Più di recente durante un botta e risposta su Twitter ha avuto modo di dire ancora la sua sul sussidio (il Rdc c’è in tutta Europa “il problema semmai è correggerlo”, ha scritto), ma ha lanciato anche una frecciatina in direzione di Confindustria, che da tempo ne chiede la soppressione: “Bonomi non è esattamente la mia stella polare”.