Roma, 16 febbraio 2021 – Prosegue l’apertura dei tavoli di confronto nell’ambito delle trattative di rinnovo dei contratti nazionali del terziario, distribuzione e servizi. I Ccnl del settore complessivamente riguardano oltre 3 milioni e mezzo di addetti. Dopo l’appuntamento con la Confcommercio delle scorse settimane i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs hanno incontrato la delegazione trattante di Confesercenti per avviare il negoziato sul nuovo contratto nazionale applicato ai dipendenti da aziende aderenti all’associazione imprenditoriale. Per i sindacati sarà necessario lavorare alla creazione di un raccordo tematico e contenutistico fra i vari tavoli aperti al fine di garantire a lavoratori che svolgono lo stesso lavoro le medesime condizioni normative ed economico-salariali. In particolare le tre federazioni del terziario in questa fase interlocutoria hanno focalizzato la propria attenzione sulla necessità di introdurre nuove tutele e garanzie per le lavoratrici ed i lavoratori nonché sull’urgenza di conferire una maggiore importanza al tema della prevenzione della salute e sicurezza nel lavoro, temi, questi ultimi, quanto mai avvertiti dai lavoratori impegnati quotidianamente nel fronteggiare l’emergenza epidemiologica in corso. Prioritaria per i sindacati anche la definizione di norme tese a favorire la stabilità dei rapporti di lavoro anche in caso di attività affidate a terzi e per contrastare la diffusione di forme contrattuali che non consentono l’acquisizione di un reddito sufficiente, condizione che colpisce particolarmente le donne, i giovani e i lavoratori migranti. Necessario quindi un approfondimento sulle attività terziarizzate, alla luce delle riorganizzazioni che le imprese dei servizi e del commercio stanno realizzando su vasta scala e della crescita esponenziale dell’e-commerce. Un ulteriore filone che per la delegazione trattante sindacale va opportunamente sviluppato è quello delle nuove modalità di svolgimento della prestazione di lavoro da remoto affinché, anche dopo l’emergenza pandemica, il lavoro agile, ormai divenuto un elemento strutturale nella vita delle aziende e dei lavoratori, possa disporre di una cornice di regole condivise dalle Parti Sociali a garanzie della qualità del lavoro oltre che della sua produttività. E ancora, l’aggiornamento del sistema di classificazione del personale, la riduzione il divario di genere, la valorizzazione della conciliazione vita lavoro e del lavoro domenicale e festivo. Necessaria l’introduzione del diritto individuale alla formazione permanente e alla riqualificazione professionale, come utile il rafforzamento del welfare connesso all’assistenza sanitaria integrativa e alla previdenza complementare. Da approfondire anche il tema dell’invecchiamento attivo dei lavoratori, anche allo scopo di accompagnare al turn-over funzionale all’ingresso di nuova forza lavoro. I sindacati hanno ribadito che, sia pure nella situazione del tutto eccezionale che il Paese sta vivendo, da un punto di vista salariale il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale deve dare risposte concrete ed apprezzabili ai lavoratori, al fine di salvaguardarne il potere di acquisto, per irrobustire la domanda interna e così contribuire al rilancio del sistema economico italiano nel suo complesso. Per Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs «il virus non deve essere un alibi per allungare a dismisura i tempi negoziali». «Ultimata la fase di apertura dei tavoli negoziali anche nei settori della Distribuzione Moderna Organizzata e della Distribuzione Cooperativa – hanno sottolineato – occorrerà definire una fitta agenda di incontri per arrivare in tempi ragionevoli agli accordi di rinnovo di contratti nazionali applicati a milioni di lavoratrici e lavoratori». «Questo – hanno concluso i sindacati – è il miglior contributo che associazioni imprenditoriali e sindacati del terziario di mercato possano dare al Paese per farlo uscire al più presto da questa crisi e per riagganciare condizioni il più possibili normali di coesistenza».
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Fonte: cisl.it