Nel tardo pomeriggio di ieri, nel suo discorso di replica ai senatori pronunciato prima di avviare le operazioni del voto di fiducia, il Premier Mario Draghi si è più ampiamente soffermato sulle misure che il Governo intende intraprendere per favorire il sostegno in questa fase emergenziale al turismo, delle attività economiche che gravitano attorno a questo settore e dei suoi lavoratori.
“Sul turismo – ha puntualizzato Draghi – stamattina ho accennato al fatto che alcune imprese potranno non riaprire dopo la pandemia. Ma una che certamente riaprirà è proprio il turismo: quindi investire nel turismo e sostenerlo non significa buttare via i soldi, perché quei soldi tornano indietro”.
“Per un Paese ad alta vocazione turistica come il nostro – ha continuato – si tratta di una questione ovviamente essenziale. Quindi vanno messe in campo misure che permettono alle imprese del turismo di non fallire e ai lavoratori di tutelare i livelli di reddito. Ovviamente l’uscita dalla pandemia è la migliore forma di sostegno ma bisogna impedire che in questo periodo queste imprese falliscano perché poi si perde un capitale che è essenzialmente umano”.
L’orientamento del Governo sembra dunque quello degli interventi mirati, anche se nella fase emergenziale attuale continueranno ad esserci misure per “evitare fallimenti” delle aziende e tutelare il reddito dei lavoratori di queste imprese, intendendosi per tali quelli a tempo indeterminato che sono e saranno coperti dall’assegno ordinario e cig in deroga (fino a quando non ci sarà una riforma degli ammortizzatori sociali). Nessun riferimento, invece, in questo passaggio ai lavoratori stagionali che – è noto – costituiscono l’ossatura, seppure a fasi cicliche, di questo capitale umano della filiera del turismo.