Decreto Ristori 5, Il Messaggero: si allungano i tempi, ma c’è una data

Tra le urgenze del Governo Draghi c’è il rinvio di 54 milioni di cartelle fiscali in scadenza al 28 febbraio e poi tutte le scadenze giuslavoristiche che terminano al 31 marzo (cig e blocco dei licenziamenti).

A fare il punto sulle prossime mosse dell’azione dell’Esecutivo è il quotidiano Il Messaggero in edicola oggi sulle cui colonne si legge:

“Il dossier fiscale è strettamente collegato al decreto Ristori cinque che, secondo quanto filtra da fonti ministeriali, non arriverà prima della fine del mese. Il governo può contare su un plafond di 37 miliardi di euro, frutto dello scostamento di Bilancio (32 miliardi) e di altri 5 miliardi accantonanti nel precedente decreto. Come saranno utilizzate le risorse? La strategia di sostegno delle imprese e lavoro, ha spiegato Draghi, partirà da coloro che fino a oggi hanno pagato il prezzo più alto: i lavoratori autonomi, i giovani e le donne. Il Dl, oltre a garantire i ristori necessari per gli aiuti alle imprese (in cima l’industria dello sci: 4 miliardi) e per la cassa integrazione, dovrà affrontare il problema del blocco dei licenziamenti”.

Dunque si allungano ulteriormente i tempi di approvazione di un Decreto che doveva essere approvato entro fine gennaio e la crisi del Governo Conte bis ha rinviato fino ad oggi. Secondo quanto mette in evidenza il quotidiano romano, la scadenza dell’invio delle cartelle fiscali al 28 febbraio e la volontà del Governo di prolungarne i termini potrebbe agevolare anche l’approvazione del Decreto Ristori 5 che quindi entrerebbe a far parte di un pacchetto di provvedimenti da varare in un’unica soluzione.