Statali. Furlan e Petriccioli (Fp Cisl): “Recovery Fund opportunità per riformare P.A. e migliorare i servizi pubblici. Più personale, rimuovere i tetti ai trattamenti economici accessori ed estendere al lavoro pubblico la detassazione della produttività”

19 febbraio 2021 – “È un fatto importante che il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, abbia messo al centro del programma di Governo anche la riforma della pubblica amministrazione. La gestione delle risorse del Recovery Fund ed il loro efficace e trasparente utilizzo, esigono, infatti, pubbliche amministrazioni efficienti, capaci di rispondere alle attese del Paese”. È quanto sottolineano oggi in un intervento sul quotidiano “Il Messaggero”, la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan ed il Segretario Generale della Fp Cisl, Maurizio Petriccioli. “Il Recovery Fund è anche una straordinaria opportunità per migliorare i servizi pubblici, all’interno di un quadro di riforme complessivo, attento alle nuove emergenze economiche e sociali. Per questo occorre ricostruire una pubblica amministrazione che ruoti attorno alla domanda di innovazione sociale ed economica, in modo da accompagnare la transizione digitale ed ecologica”, aggiungono i due sindacalisti.
Le strutture pubbliche versano in una situazione di permanente emergenza organizzativa e lavorativa per effetto dei tagli di bilancio degli ultimi anni e della drammatica riduzione degli organici, come l’esperienza della sanità pubblica ha evidenziato chiaramente durante l’emergenza pandemica”, sottolineano Furlan e Petriccioli.
“Il reclutamento del personale, segnato dalla logica dei concorsi unici, la sua distribuzione geografica, i percorsi di carriera, hanno finito per essere governati da meccanismi che mescolano rigidità insite in ordinamenti professionali da innovare, precarietà del lavoro e scarsa attenzione alle competenze necessarie. Ciò impone una ridefinizione dei fabbisogni del personale in base ai servizi attesi ma anche una attenta riconsiderazione delle competenze, delle esperienze e dei saperi disponibili, per non disperdere l’enorme patrimonio di professionalità presente. L’obiettivo deve essere, in primo luogo, la riconversione delle abilità e delle competenze del personale in servizio per migliorare i servizi ai cittadini. Occorre inoltre rendere più visibile la responsabilità organizzativa del dirigente ai risultati di volta in volta realizzati, evitando che l’attribuzione degli incarichi dirigenziali ed i processi di valutazione siano governati esclusivamente dai rapporti di “fiduciarietà” fra dirigenza ed autorità politica”.
Per Furlan e Petriccioli “occorrono risorse per cambiare i sistemi di inquadramento e classificazione, collegandoli alle nuove esigenze organizzative. Rimuovere i tetti ai trattamenti economici accessori (fermi agli importi del 2016) ed estendere al lavoro pubblico le medesime misure di detassazione della produttività disponibili da anni per il lavoro privato. È urgente operare affinché si superi quel clima di marcata ed ingiusta sfiducia nei confronti del lavoro pubblico, costruito sulle inefficienze della politica e sugli errori di pochi ed ingigantito dalla rappresentazione mediatica. Auspichiamo, dunque, che il nuovo Governo possa contribuire a superare la contrapposizione sociale tra pubblico e privato e fra pubblici amministratori, dirigenti e dipendenti che si è verificata nel corso degli ultimi venti anni. Per questo occorre abbandonare la politica degli slogan e degli annunci e lavorare, tutti insieme, per costruire il futuro del lavoro pubblico e del Paese”.

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Fonte: cisl.it