Discoteche e sale da ballo chiedono ristori e riaperture: la scelta a Draghi

Tra coloro che sono stati più duramente colpiti dalle chiusure dovute al contenimento della pandemia Covid-19 e a cui non sono ancora stati forniti aiuti adeguati figura sicuramente il settore di discoteche, clubbing e sale da ballo. In un comunicato stampa della SILB-Fipe, l’Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da ballo e di Spettacolo, emerge che delle 2800 imprese che fanno parte del comparto, il 30% non sarà più in grado di ripartire. E anche dal lato fatturato la situazione non è migliore: è andato perso più dell’80% del fatturato totale.

Per questo motivo Maurizio Pasca, Presidente SILB-Fipe, si è rivolto direttamente al premier Mario Draghi con una lettera pubblicata sui maggiori quotidiani italiani in edicola oggi, ribadendo l’impossibilità per le imprese in questione di proseguire in questo modo, senza lavoro e in attesa di aiuti e ristori adeguati. Queste le sue parole: «Sono certo che Lei, da economista, comprenda l’impossibilità di sostenere, per le aziende del comparto, un periodo così lungo di “vuoto produttivo” e un calo di fatturato pari all’80% con inevitabili e drammatiche ripercussioni sui livelli occupazionali e sulla sopravvivenza delle imprese stesse».

Inoltre, lo stesso Pasca, nel comunicato stampa di cui sopra (diramato alcuni giorni fa), di fronte al pensiero comune che porta a vedere le discoteche in maniera negativa, ci tiene a precisare che non è così: «I nostri locali sono luoghi di socialità e aggregazione sana, ma soprattutto luoghi sicuri e controllati. Non possiamo accettare di essere abbandonati a noi stesso in questo modo. Mi aspetto dal nuovo Esecutivo un deciso cambio di direzione che possa finalmente aprire gli occhi sulla tragedia che stiamo vivendo. Urgono aiuti concreti altrimenti delle nostre aziende rimarranno macerie!».

La speranza di tutti è che a seguito del comunicato stampa e della lettera al premier, il nuovo Governo si adoperi per garantire a queste imprese e alle migliaia di persone che ci lavorano aiuti adeguati per sopravvivere a questo periodo e un percorso verso la riapertura in sicurezza. C’è da dire infine, che molto dipenderà anche dall’andamento della campagna vaccinale e dal fatto che i più giovani – soliti frequentatori di questi locali – non rientrano nelle categorie a cui le Istituzioni sanitarie intendono dare la priorità.

erica.zamo@tuttolavoro24.it