Uno studio dell’Inapp, Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, che verrà reso noto domani e sarà pubblicato il 4 marzo sul nuovo numero della rivista scientifica Sinappsi, rivela dati molto preoccupanti su uno dei temi che dominano il dibattito pubblico: il vantaggio dall’ottenimento di un livello più elevato di istruzione.
L’indagine ha preso in considerazione un campione di individui nati il 1977 e il 1986, che attualmente rientrano nella generazione dei “quarantenni” e che dunque costituiscono la quota più importante della forza lavoro.
Da questo studio emerge che se i genitori possiedono la licenza media, è probabile che appena il 12% dei figli riesca ad ottenere una laurea, e la percentuale scende al 6% se nessuno dei genitori è in possesso di un titolo di studio. Se invece in famiglia madre e padre hanno ottenuto almeno il diploma, la possibilità dei figli di accedere al titolo di studio più elevato sale al 48%. Se invece i genitori sono laureati, la probabilità che anche il figlio si laurei sale al 75%.
Lo scenario delineato da questi dati è piuttosto drammatico. Sebbene il diritto allo studio goda di una tutela costituzionale, l’accesso ai gradi più elevati dell’istruzione, che dovrebbero fungere da ascensore sociale per garantire a chiunque, abbiente e non, di soddisfare le proprie ambizioni, sembra essere anche oggi un privilegio di pochi.
Insomma – evidenza lo studio Inapp – le barriere economico-sociali rendono l’istruzione ancora, purtroppo, una questione di classe.
Le motivazioni che rendono i genitori con un basso grado di istruzione meno propensi nell’investire sulla formazione dei propri figli vanno ricercate in primis nelle falle del sistema scolastico e universitario italiano. Borse di studio, bonus e incentivi sono considerati insufficenti a sostenere il costo delle tasse e delle reali spese della formazione collaterali, le quali andrebbero a gravare in maniera eccessiva sul reddito familiare.
Altro fattore di disturbo è lo scenario economico del paese, che dà ai giovani neolaureati poche garanzie, suscitando un generale sentimento di sfiducia sull’effettiva utilità di ottenere un certo grado di formazione.
tatiana.morellini@tuttolavoro24.it